Elia Pagnoni
Per la prima volta dal 1936 il Cio ha deciso di escludere alcuni sport dal programma olimpico. E il poco edificante onore è toccato al baseball e al softball, sport popolarissimi in America e in Oriente, anche se ridotti allanonimato nel resto del mondo. Una scelta che sembra decisamente stonata, soprattutto se si considera che questi due sport, che pure hanno una diffusione planetaria (ormai in Europa si giocano ovunque e sono sbarcati anche in Africa) e hanno un livello professionistico elevatissimo in molti Paesi, sono stati buttati fuori con una votazione allinsegna del mors tua vita mea a vantaggio di altre discipline (basti pensare al badminton o al taekwondo) che nel panorama olimpico lasciano molte perplessità.
Loperazione di Rogge, che ha inventato queste specie di pagelle quadriennali per giudicare tutti gli sport, era in realtà mirata a fare spazio ad altre discipline (golf, squash, rugby a sette, karate, pattinaggio a rotelle), ma è riuscita solo a metà, perché gli sport candidati sono rimasti a loro volta vittime della stessa burocrazia inventata dal presidente del Cio e non hanno raggiunto il quorum di ammissibilità.
Resta pertanto solo lesclusione del baseball (e della sua versione femminile, il softball) da Londra 2012 (a Pechino faranno la loro ultima passerella, ma con lo spirito degli ospiti messi alla porta), unonta che questo sport può sicuramente mettere in conto a chi lha inventato, ovvero agli americani e in particolare ai signori delle Major league professionistiche che in questi anni non hanno mai fatto nulla per favorire il movimento olimpico del loro sport e lespansione del baseball nel mondo. Non hanno mai accettato di mandare i migliori giocatori professionisti per non fermare quindici giorni il loro campionato, non hanno insomma voluto «prestare» il loro giocattolino alle Olimpiadi.
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