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Baseball, New York riaprirà lo Yankee stadium sfidando Chicago

Il 3 e il 4 aprile il preambolo alla nuova stagione con l’inaugurazione della nuova arena al Bronx. E a settembre l’Italia ospiterà i mondiali

Baseball, New York riaprirà lo Yankee stadium sfidando Chicago

Sul sito degli Yankees campeggia una scritta: è un conto alla rovescia. Sono i giorni che mancano all’inaugurazione del nuovo Yankee stadium, quello che prenderà il posto del tempio del baseball sul quale le ruspe hanno infierito a fine settembre. Quando l’esclusione della squadra dalle World series ha di fatto liberato il calendario dando il via libera ai lavori. Veniva cancellato così un pezzo di storia di mazze e lanciatori, di prime basi e fuoricampo, un pezzo di storia sociale, un luogo dove tre papi celebrarono messa dove Cassius Clay, che ancora non era Mohamed Alì, finì a prenderle da Ken Norton in una delle sue rarissime sconfitte. Era lo Yankee stadium quello che ora lascia il posto a un’altra arena che avrà lo stesso nome. Un giorno tutti li assimileranno, il mito continuerà come se nulla fosse accaduto, ma l’America che non conserva il suo ieri e pensa solo al suo domani ha già interrotto quella tradizione. E ha programmato tutto. Così su quel banner su www.newyork.yankees.mlb.com scorrono i giorni che mancano: sono 139 poi in una sera di primavera, quando l’aria frizzante riempirà la Grande mela, al Bronx sarà la festa.

Si ricomincia il 3 e 4 aprile, venerdì e sabato. Doppia sfida con i Cubs. Il campionato non c’entra, ma Chicago terrà a battesimo il nuovo Yankee stadium quello in cui i ragazzi a strisce bianche e blu con la casacca che fu di Joe Di Maggio e Lou Gehrig sfideranno una delle rivali più classiche. Sarà il trionfo del baseball, uno sport che ha vissuto momenti travagliati per il sospetto dell’uso, talvolta eccessivo, di steroidi che hanno steso più di qualche ombra su una delle discipline più belle. Già venerdì e sabato del primo week end di aprile. Da lunedì si ricomincia a fare sul serio: parte la regular season. E sarà caccia ai fuoricampo veri, quelli pesanti, quelli che contano. E toccherà alle stelle prenderli a colpi di mazza, spedire la pallina là dove l’avversario non può arrivare e dove i tuoi possono correre a perdifiato, conquistare basi su basi mentre il pubblico esplode nell’ovazione liberatoria. A. Rod, all’anagrafe Alex Rodriguez, un passato (e forse anche un presente) come fidanzato di Madonna, riprenderà a far correre gli Yankees come Konerko spingerà i White sox. Tutti alla ricerca di quelle World series quest’anno sfumate. Tutti con grande voglia di rivincita.

Si parte con New York che sfida Baltimora e poi via via fino a settembre tra palline spedite lontano e fuoricampo da urlo. Ma il baseball non sarà solo America anche se sarà soprattutto America. Il 2009 è l’anno dei mondiali e gli Stati uniti d’Europa saranno la nazione ospitante. Si giocherà dal 7 al 27 settembre. In Germania, Francia, Spagna, Russia e Svezia si terranno gli scontri della prima fase, in Olanda e Italia quelli della seconda. Dai quarti in poi si giocherà solo a Roma che incoronerà i migliori del mondo. Sarà un titolo teorico perché il baseball, ai mondiali, premia i dilettanti anche se dal 1996 possono partecipare anche giocatori professionisti di serie inferiori.

 L’ultima volta, due anni fa, vinsero gli Stati Uniti davanti a Cuba e al Giappone. Sarà un’occasione per vedere qualche sfida anche a queste povere latitudini europee. Sognando l’America. Proverbiale, ma vera. Perché la Major league è un’altra cosa, un altro pianeta, un’altra dimensione. E perché qui respirare il baseball come accade ai piedi di un grattacielo è quasi impossibile. E in quel periodo la regular season sarà agli sgoccioli e le World series ormai una realtà. E chi ama il baseball volerà oltreoceano: in piedi sulle gradinate con una birra e un hot dog ad ascoltare un inno che forse non è il suo  ma che accende il sogno.

Tra urla e coriandoli.

 

 

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