Basket Eurolega

Il drago soffia sulle incertezze di Siena, fa diventare pallidi cavalieri che in Italia non trovano rivali: il Panathinaikos di Zelimir Obradovic chiude nuovamente la porta in faccia al Montepaschi che resta senza munizioni quando pensava di aver incatenato l'attacco ateniese. Scherzi della tensione, ma anche meraviglie delle scelte difensive del Pana che hanno incastrato l'attacco di Siena, mettendo allo scoperto la vera debolezza dopo la rifondazione miracolosa che ha dato il dominio nel nostro campionato e la qualificazione alla quarta semifinale di eurolega: troppi tiri da 2 punti mancati (17 su 47) per non capire che anche questa volta sarebbe andata male. Lo si è compreso nel momento migliore di Siena, quello iniziale, quello chiuso in vantaggio dopo 10' (21-17) recuperando 7 rimbalzi offensivi contro lo o dei greci. È mancato il cinismo, la lucidità che qui fa scappare tutti appena arrivano le armate del Montepaschi, Questa volta si è vista la vera natura di chi ha tentato di cantare fuori dal coro e questo ha lasciato vivere il Pana quando c’era da infilzare il drago, la squadra che ha già vinto 5 volte l'eurolega, un colosso che c'è sempre al ballo di chiusura, soprattutto dal 1999 quando è arrivato l'orco Zelimir che ieri ha inventato con Nick Calathes, un greco cresciuto in Florida, il protagonista della serata mascherandolo dietro la solita grandezza del Diamantidis che anche menomato dalla gastroenterite resta un fenomeno per questo continente, facendolo lievitare nel momento in cui Mike Batiste è diventato padrone della mischia.
Siena ha messo tutta l'arte sua nella difesa, ma non poteva bastare soprattutto quando gli arbitri hanno deciso che ogni tre contatti duri dovevano intervenire e, quasi sempre, andando addosso all’ardore senese. Il primo a pagare è stato Lavrinovic, ma non è la prima volta che il lituano perde la testa e averlo alla fine con 5 falli e soli 7 punti è stato grave. Ma anche Kaukenas, che ad un certo punto con una magata da 4 punti sembrava poter riaprire i giochi sul 61-68, è mancato nella mischia dove Pianigiani ha cercato una testa pensante fra Jaric, Zizis e Mc Calebb senza avere mai una risposta vera, confuso anche lui dall’abbondanza.
L’orologio senese sembrava uno di quei marchingegni che funzionano soltanto con il sole: dentro il Palau San Jordi di Barcellona quel sole non è mai arrivato per i lunghi, anche se poi Rakovic il suo lo ha dato, ma è mancato tutto il resto, la distribuzione logica del gioco e le 16 palle perse hanno rovinato quello che era stato costruito nei primi 16'. Il Panathinaikos è arrivato sulla preda a 3'14" dall'intervallo lungo quello che lasciava ancora speranze (36-40). Ma era l'inizio del terzo tempo a gelare la fonte e i 2 soli punti segnati in 6'38" erano la condanna anche se i greci si scatenavano soltanto quando il 4° fallo di Rakovic apriva la strada per Batiste. Era questo l'attimo fuggente della partita, la scelta del cioccolatino con dentro il veleno.

Siena lo prendeva e s'intossicava e non bastava il risveglio di Hairston a riportare la pace nell'accampamento senese. Troppo tardi e anche troppo solo per andare a far paura al drago di Obradovic: il 77-69 finale basta e avanza per la tristezza dei nostri campioni. (Nell’altra semifinale, il Maccabi ha battuto il Real Madrid 82-63)

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