Antenna centralizzata: dissociarsi è possibile

Con l’arrivo dello streaming molti proprietari non usano più l’impianto tv tradizionale, collegato ad un'antenna. In questi casi la spesa per questo dispositivo spetta solo a chi sceglie di collegarsi, mentre gli altri possono legittimamente dissociarsi

Antenna centralizzata: dissociarsi è possibile
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Un tempo l’antenna condominiale era indispensabile. Senza quel cavo che scendeva dal tetto, guardare la televisione era impossibile. Oggi la situazione è molto diversa: grazie a internet e alle piattaforme streaming, film, serie e persino gli eventi sportivi in diretta arrivano in casa attraverso la rete o la connessione wifi. Per molte famiglie, l’antenna è diventata un accessorio superfluo.

Quando il condominio decide di installarne una nuova

Può però accadere che l’assemblea condominiale deliberi l’installazione di una nuova antenna centralizzata. Magari perché quella esistente è obsoleta o perché alcuni condòmini vogliono ricevere canali via satellite. È qui che nasce la questione: chi non ha alcun interesse all’impianto deve comunque partecipare alla spesa?

Cosa ha detto il tribunale

Un episodio recente ha chiarito il tema. A Salerno, due proprietari si sono opposti alla decisione dell’assemblea di installare un’antenna centralizzata, contestando di dover contribuire ai costi di un servizio che non avrebbero mai utilizzato. La vicenda è finita davanti al giudice, che ha stabilito un principio importante.

Secondo la sentenza, l’antenna centralizzata rientra tra le cosiddette “innovazioni” condominiali (articolo 1120 del Codice civile). Per la sua installazione serve quindi una delibera assembleare con determinate maggioranze (che l’amministratore sarà tenuto a verificare). Tuttavia, ed è qui la parte più rilevante, la spesa deve essere sostenuta solo da chi sceglie di aderire all’impianto. Chi non ne usufruisce può legittimamente dissociarsi, come sottolinea l'articolo 1121 del Codice.

Si può comunque cambiare idea

Si badi, però, che dissociarsi non significa chiudere definitivamente la porta. Se in futuro un condòmino “dissenziente” decidesse di collegarsi all’impianto, potrà farlo, ma dovrà partecipare alle spese, contribuendo proporzionalmente a quanto sostenuto dagli altri.

Questione di buon senso

La situazione descritta riflette bene i tempi che cambiano.

Non tutti hanno le stesse esigenze tecnologiche: c’è chi vive di streaming e non accede mai al digitale terrestre, e chi invece non vuole rinunciare ai canali tradizionali. Il condominio resta un sistema di regole comuni, ma lascia spazio anche alle scelte individuali: in questo caso, chi usa un servizio paga, chi non lo utilizza può restarne fuori.

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