Basket, rugby, pallavolo: Treviso capitale dello sport

La festa di Gilberto Benetton, il patron che bada al bilancio e ha dato via libera a Bulleri e Marconato. E a Bargnani e Gherardini ora in partenza per la Nba

Oscar Eleni

da Treviso

Un bambino palleggia e tira in canestro sotto gli alberi della Ghirada, il giardino botanico di paron Gilberto che la sua cittadella la tiene sempre aperta, figurarsi nella notte del quinto scudetto con il basket, il suo sport in gioventù. I grandi brindano, i ragazzi provano a divertirsi ed è questa la fotografia di una società che guarda sempre avanti, non rimpiange il passato di ricchezza, ma da tempo ha scelto la strada della felicità esplorando il mondo, cercando talenti, stringendo la mano ai suoi veterani che, per stipendi più alti, se ne sono andati. Ieri l’allenatore Messina, Bulleri e Marconato, oggi, magari, Siskaukas, il protagonista della serie finale, insieme a Mordente, il giocatore recuperato da uno strappo muscolare in tempo record: altra testimonianza che nella contrada di Giorgio Buzzavo, ex pivot della Virtus Bologna, a costo adeguato ai campioni non manca nulla.
Gilberto Benetton, che nella notte del trionfo si è sdraiato ai piedi dei giocatori per la foto di gruppo, ieri mattina ha letto cose bellissime sulla sua società, c’era soltanto una nota acida di Montezemolo che lo stuzzicava sulla vicenda Autostrade, c’era quella multa di 648 euro per intemperanze di tifosi che hanno fatto davvero il sesto uomo, niente pensando ai 250.000 dollari sborsati da Mark Cuban, il padrone di Dallas, battuto da Pat Riley nella finale NBA che ha premiato Wade e Big Sofo O’Neal.
Notte lunga per tutti, anche per la Climamio che, attraverso la stessa strada, aveva quasi fatto diventare d’oro i ragazzi della nuova rivoluzione, perdendoli nella finale fra coccole pelose, sfiniti, come purtroppo sembra Giorgio Seragnoli, l’inventore delle vere aquile che avrebbe lasciato volentieri da campione d’Italia e ora pensa comunque di farsi da parte, ma che meriterebbe una fiaccolata per fargli cambiare idea, sotto casa o dovunque sia a combattere con il suo malessere.
Festa lunga dei trevigiani, e alle 3 di notte Nicolas Zizis, lo scattista che dopo la certezza del titolo è corso su per le tribune ad abbracciare mamma, compagna ed amici greci; Marco Mordente uno tosto, uno vero, uno diventato giocatore a Treviso, uomo girando per altre squadre e tornato per essere il protagonista delle partite del quinto scudetto; Andrea Bargnani, il ragazzo romano a cui piacciono Bertinotti e Di Canio, il talento che l’NBA, il 28 giugno, ci porterà via insieme al manager Gherardini - che, però, non sa ancora se la sua Toronto, prima nelle scelte, punterà davvero sul mago o lo lascerà ad altri, tipo Chicago -; questi tre, dicevamo, brindavano ancora alla luna.
Cin cin prosechin per la Marca amorosa che illumina lo sport al di fuori di calciopoli con le squadre Benetton: scudetto nel basket e nel rugby, coppa Europa con la pallavolo battuta nella finale per il titolo. Cartellone pubblicitario che va oltre le mura, anche se dentro la fortezza verde, alla Ghirada, fingono di non vedere che spesso proprio nella regione, nella stessa città, si fa un po’ fatica a riconoscere il capolavoro. Benetton pronta a ripartire con un nuovo manager, il friulano Fadini, un nuovo responsabile dei giovani, l’udinese Blasone, che ha esplorato il mondo e ora andrà ad occupare il posto del rimpianto Riccardo Sales.

Non tutti i neo campioni - tutti però al primo titolo italiano, dal tecnico all’ultimo della panchina - resteranno a Treviso. Pazienza. Anche quest’anno i ragazzi che hanno compiuto l’impresa partivano senza essere favoriti, ma sapendo di avere alle spalle un’organizzazione mondiale.

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