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Basket: «Vorrei la pelle nera», ecco campagna antirazzismo

I giocatori dei vari campionati, a partire dalla serie A, entreranno in campo dipinti di nero dopo gli insulti ad Abiola Wabara, la cestista italiana di colore della Geas Sesto San Giovanni

«VORREI LA PELLE NERA per potermi riconoscere al fianco di Abiola Wabara come un fratello, come una sorella, e farle sentire tutta la mia solidarietà». Inizia così il manifesto della Federbasket che promuove la campagna contro il razzismo lanciata dalla federazione dopo gli insulti alla giocatrice italiana di colore della Bracco Sesto San Giovanni (Milano), una settimana fa.
«VORREI LA PELLE NERA per capire fino in fondo il suo dolore, lo sdegno e la frustrazione che la assalgono - prosegue il testo -. VORREI LA PELLE NERA per essere come lei e gridare al mondo la nostra voglia di libertà. VORREI LA PELLE NERA per non essere come loro, per non confondermi con loro, per sentirmi, io sì, diverso da loro. VORREI LA PELLE NERA, rossa, verde, gialla. Vorrei avere la pelle di tutti i colori dell'anima, perchè ciò non accada più».
«La Fip (Federazione italiana basket, ndr) vuole chiarire a voce alta che è contro ogni tipo di razzismo - si legge in un comunicato -. Il basket è sempre stato caratterizzato dalla multirazzialità. I giocatori stranieri e di altre etnie hanno, nel tempo, permesso al nostro sport di crescere e di affermarsi.
La Fip chiede a tutte le componenti del movimento e agli appassionati, nella prossima giornata di campionato, di colorare la propria pelle con un segno nero, ben visibile, in rappresentanza dei colori di tutte le etnie, per sentirci tutti uguali».

Aderiscono alla campagna Lega di Serie A, Legadue, Lega Nazionale Pallacanestro, Legabasket Femminile, Usap, Giba e Aiap.

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