
"Raccolgo l’eredità di Pozzecco e il lavoro dei miei predecessori mi ispirerà nel mio cammino. Questo è forse il momento più alto della mia carriera perché dò un valore alla mia missione nel costruire uno stile e una mentalità riconoscibili. L’obiettivo è la qualificazione al Mondiale. Mi auguro di essere degno di questo incarico e di poter coltivare i miei sogni. Vorremmo far percepire a tutti l’emozione che può dare vestire la maglia azzurra". Così Luca Banchi, nuovo ct dell’Italbasket durante la presentazione al Salone d’Onore del Coni.
"Dobbiamo costruire il nostro progetto e sappiamo che avremo a che fare con una generazione di giocatori talentuosi - ha aggiunto -. La nazionale ha anche il compito di valorizzare ed allargare la base di praticanti essendo un punto di riferimento per tutti. Sto cercando di dare il meglio per cercare di non perdere l’inerzia di un’estate molto promettente, sia a livello maschile che femminile, e che ha avuto momenti esaltanti. La Nazionale deve rappresentare un’eccellenza e un punto di riferimento, cercheremo di essere quanto più possibile inclusivi anche dal punto di vista tecnico. Sono convinto che attraverso un adeguato lavoro di ricerca sul territorio sapremo creare una squadra competitiva".
Poi un pensiero sul proprio ruolo: "Ho firmato un contratto full time, fin dal primo momento mi è stato illustrato quali erano gli obiettivi della Federazione. Per me è una condizione nuova, ma sento il fortissimo desiderio di dare un’impronta fin da subito al movimento. In questa fase è imprescindibile che il ct sia a tempo pieno, mi mancherà il quotidiano ma metterò al servizio di tutti gli allenatori la mia esperienza». Sull’inclusività in azzurro sottolinea che «i figli degli stranieri fanno parte di una seconda generazione che può elevare il nostro talento, già solo parlarne mi sembra discriminante. Io vedo solo azzurro, che è il colore della maglia, indipendentemente dal colore della pelle, fa parte del mio modo di vedere la società. Questo è un dato di fatto sociale e culturale. Io spero di presentare la miglior nazionale possibile che continui a far appassionare le persone».
Sulla mancanza di risultati da parte dell’Italia, Banchi dice come sia dovuta «a piccoli dettagli e talvolta a un pizzico di sfortuna. All’Italia non mancava nulla per essere al posto della Grecia, che ha vinto il bronzo», mentre sul rapporto con il suo predecessore Pozzecco ammette come «non ci siamo sentiti, ci conosciamo da tanto tempo ma ci fermiamo ad aspetti prettamente professionali. Lui lascia in eredità uno spirito di squadra e una spiccata identità facendo della partecipazione uno dei pilastri. Gli auguro di trovare squadra presto». Infine un pensiero sulla pressione: «Non ricordo una stagione della mia carriera dove non mi siano stati richiesti risultati. L’allenatore deve raggiungere sempre certi obiettivi, che potranno essere raggiunti attraverso un percorso di lavoro».
«Ho scelto Banchi perché racchiude tanti attributi - così il presidente della Fip Gianni Petrucci -. Ha portato risultati, ha lavorato bene in Lettonia dimostrando di partire quasi da zero in una nazione che non aveva stravinto nella pallacanestro. Ha un’esperienza internazionale in tanti Paesi, ha dimostrato di essere persona seria, con carattere. Con Banchi dobbiamo sbancare».