Chi era "Sugar" Ray Richardson, la stella Nba che fece innamorare i tifosi della Virtus Bologna

Conosciuto da tutti come "Sugar" è stato uno dei cestisti più forti ed iconici che abbia mai calcato i parquet del basket italiano. Militò tre anni nella Virtus Bologna

Chi era "Sugar" Ray Richardson, la stella Nba che fece innamorare i tifosi della Virtus Bologna
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Micheal Ray Richardson per tutti "Sugar" se ne è andato a 70 anni, a Lawton in Oklahoma, vinto da un tumore. Una vera icona del basket mondiale. Al punto che Se oggi si chiedesse a un appassionato italiano di pallacanestro che abbia almeno 40-45 anni chi sia stato il talento più forte mai visto sui parquet della Serie A, la risposta ricadrebbe su di lui. Un talento tanto cristallino quanto lunatico. Genio e sregolatezza. Sul parquet regalava magie e giocate sopraffine. Dolci come lo zucchero. Una vera delizia tra scatti brucianti, rimbalzi strappati ad altissima quota, assist geniali, l'innata capacità di battere l'avversario sul primo passo o di irretirlo con un tiro da fuori, sparato al fulmicotone.

Una carriera da stella luminosissima, quella di Sugar. Anzitutto in Nba, dove fu quarta scelta assoluta al Draft del 1978 - selezionato dai New York Knicks - davanti perfino a una leggenda come Larry Bird. In maglia Knicks fino al 1982, per poi passare brevemente ai Golden State Warriors e ai New Jersey Nets dove rimase tre anni, Richardson venne trovato positivo alla cocaina, nel 1984, per la terza volta e sospeso dal campionato Nba, per poi venire definitivamente radiato nel 1986.

Ed ecco allora che la Knorr Bologna decise di dargli una nuova chance, da sfruttare appieno. Pare peraltro su consiglio tecnico di Dan Peterson. Biennale da 350.000 dollari a stagione. Le Vu-Nere gli consegnarono anche una Fiat Uno e un appartamento, avendo poi l'obbligo di inviare resoconti negli States sullo status da disintossicato. Non arrivò lo Scudetto, perché Caserta, Milano e Pesaro avevano un altro passo in quelle stagioni. Ma con Richardson la Virtus mise in bacheca due Coppe Italia e la Coppa delle Coppe 1989-90, vinta nella finale di Firenze contro il Real Madrid grazie soprattutto ai 29 punti di Sugar.

Il rapporto con le Vu Nere durò tre stagioni, con tanti alti e pure un po' di bassi. Inclusa la mega-rissa che lo stesso Richardson scatenò a Masnago contro la Ranger Varese nel novembre 1990, rifilando un gancio a Stefano Rusconi. Il bilancio fu di 19 espulsi, tra giocatori e dirigenti: incluso ovviamente Sugar poi squalificato per cinque giornate di campionato. Nell'estate 1991 un'altra ricaduta tra la droga e il licenziamento in tronco ricevuto dalla Virtus Bologna.

Si narra che, dopo quella decisione societaria, alcuni tifosi virtussini misero in vendita del proprio abbonamento, appena sottoscritto. A testimonianza del legame viscerale che si era creato tra Bologna e Sugar, un uomo tanto formidabile sul parquet quanto fragile fuori. Una storia d'amore che durerà per sempre.

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