Nba, male Lakers e Spurs. Brilla Fontecchio, male Banchero

Nella nottata della Nba, i Lakers senza LeBron James perdono ancora in Minnesota, i Clippers travolti dai Thunder, gli Utah Jazz dell'azzurro sbancano Detroit. Nonostante Wembanyama continua il momento no degli Spurs, Washington corsara a Portland

Nba, male Lakers e Spurs. Brilla Fontecchio, male Banchero

L’avvicinamento al Natale è sempre un momento di bilanci nella Nba, con parecchie delle favorite che stanno faticando molto più del previsto. Nelle gare della notte parecchie sorprese, dall’ennesima sconfitta dei Lakers campioni della Nba Cup al pesantissimo tonfo dei Clippers, demoliti da Oklahoma fino alla vittoria di Utah a Detroit, nella quale Simone Fontecchio ha fatto ottime cose. Vediamo quindi nel dettaglio come sono andate le partite.

Sprofondo Lakers, Minnesota vola

L’assenza di LeBron James si conferma una vera e propria iattura per i gialloviola, che nella complicata trasferta del cuore a Minneapolis subiscono la quarta sconfitta consecutiva. I Timberwolves partono sparati, in un primo quarto dominato dai rispettivi attacchi: se Edwards trascina Minnesota, i losangelini rimangono a soli quattro punti. A provare a riportare in rotta la barca dei Lakers ci pensa Anthony Davis, che cerca di caricarsi la squadra sulle spalle ma la gara rimane molto equilibrata.

Hachimura mette una tripla nel finale del terzo quarto che sembra dare la scossa a Los Angeles ma è solo un fuoco di paglia. Towns, Gobert ed Edwards sono in serata di grazia ed affossano definitivamente i Lakers, per la gioia del pubblico delle Twin Cities. Il 118-111 dei Timberwolves è la conferma di un momento davvero ottimo, portando il record stagionale a 21 vittorie e solo 6 sconfitte. Decisamente più complicata la situazione dei californiani, ottavi nella Western Conference con già 14 sconfitte sulle spalle.

Giannis vince la sfida con Banchero

Volare a Milwaukee per incrociare i Bucks impegnati nella lotta a due contro i Celtics per la testa della Eastern Conference non è certo una passeggiata di salute. Gli Orlando Magic di Paolo Banchero, però, partono in maniera decisamente convincente ed arginano il quintetto di Antetokounmpo, nonostante i 9 punti nei primi minuti della superstar greca. L’inizio del secondo quarto vede un Damian Lillard un po’ svagato ed impreciso, consentendo agli alfieri della Florida di controllare il ritmo della partita.

Prima di arrivare alla sirena lunga, però, le cose cambiano parecchio, con i Bucks che riescono a riportarsi avanti di tre punti. Il secondo tempo è in realtà un assolo del duo Lillard-Antetokounmpo, che dominano il parquet in lungo e in largo. Wagner prova a riportare sotto Orlando all’inizio dell’ultimo quarto ma i Bucks sono troppo esperti per commettere errori del genere. Finisce 118-114 per Milwaukee, appaiata a Boston con 21 vittorie in testa alla Eastern.

Oklahoma travolge i Clippers di Harden

Per James Harden ritornare ad Oklahoma City non è mai una cosa banale ma, almeno da giudicare dalla prova dei suoi Clippers, i tifosi dei Thunder non lo rimpiangeranno molto. Okc mette una prova davvero convincente contro la seconda franchise della Città degli Angeli, confermando le proprie ambizioni nella Western Conference. Grazie ad un Gilgeous-Alexander in serata di grazia, i Thunder partono fortissimo, accumulando 14 punti di vantaggio nel primo periodo prima che i Clippers si rifacciano sotto nel finale del primo tempo, riducendo il distacco a soli 5 punti.

Harden si ricorda di quel che sa fare e riesce finalmente a riprendere i Thunder ma l’illusione dura poco: i padroni di casa mettono un parziale di 13-0 e chiudono con un eloquente 134-115, portandosi a casa la diciottesima vittoria in questo inizio di stagione. Prima battuta d’arresto dei Clippers nel mese di dicembre: con undici sconfitte la classifica della Western Conference inizia a farsi preoccupante.

I Jazz di Fontecchio sbancano Detroit

Viaggiare a Motown, anche quando i Pistons stanno vivendo una stagione orribile, non è mai semplice per nessuno ma gli Utah Jazz non si sono fatti distrarre, riuscendo ad imporre la legge del più forte. I Pistons non partono per niente male e sembrano in grado di controllare la gara: peccato che si trovino di fronte un Fontecchio determinato e preciso. I suoi canestri e un Olynyk carico a mille consentono ai Jazz di arrivare alla sirena lunga avanti di 6.

La ripresa vede Cunningham deciso a dare almeno una soddisfazione al pubblico di casa ma gli ospiti hanno ancora parecchia benzina nel serbatoio e allungano progressivamente nel finale, chiudendo con un netto 119-111. Il momento complicato di Utah non è ancora del tutto alle spalle ma, con 11 vittorie, tornare in lotta per un posto ai play-in non è impossibile. Notte fondissima, invece per i Pistons, ultimi con 26 sconfitte.

Morant ok, malissimo gli Spurs

Il rientro di Ja Morant è stato un vero e proprio toccasana per Memphis, che è riuscita a piegare gli Indiana Pacers per 116-103. I Grizzlies partono fortissimo, accumulando quasi 16 punti di vantaggio nel primo quarto ma i Pacers non mollano, arrivando alla sirena lunga a -2. Nel finale di partita, ci pensano i canestri di Morant e Bane a chiudere i conti e segnare un’ulteriore tappa nella rinascita di Memphis. Periodo non semplice per Indiana, con la tredicesima sconfitta su 27 gare.

Il calvario degli Spurs, nonostante l’arrivo della superstar del futuro Wembanyama, non vuol saperne di finire. La trasferta a Chicago si trasforma nell’ennesima serata da dimenticare per i ragazzi di Popovich, che sprofondano nel finale contro i Bulls. San Antonio non era partita nemmeno male, portandosi avanti nel primo quarto ma quando DeRozan e Vucevic iniziano a mettere canestri importanti, è l’inizio della fine. Nell’ultimo quarto gli Spurs spengono la luce, subendo ben 37 punti e chiudendo con un’umiliante 114-95.

Tonfo Cavs, Wizards corsari

Le ultime partite della notte vedono i Cavs soffrire fin troppo le assenze di Mitchell e Rubio contro i giovani Pelicans, che riescono a portarsi a casa la vittoria. Cleveland rimane in partita solo per quattro minuti, venendo poi progressivamente staccata da New Orleans, che mette la solita prova di squadra. Dopo aver chiuso il primo tempo avanti di 6 punti, Murphy si conferma un rebus impossibile da risolvere per la difesa dei Cavs, chiudendo con 28 punti. Il 123-104 per i Pelicans è la conferma di un buon momento: con 17 vittorie sognare i playoff non è un’eresia.

Nell’ultima partita, Portland viene battuta sul filo di lana da Washington nonostante una rimonta impressionante nel finale. I Wizards impongono il proprio gioco nel primo tempo, arrivando all’intervallo avanti di 7 punti ma i Trail Blazers rimangono sempre a distanza di tiro. L’ultimo quarto è un assolo di Simons, che chiude con ben 41 punti e segna la tripla del pareggio a pochi secondi dalla fine.

A fare la differenza, però, i liberi di Kuzma, che valgono alla squadra della capitale il 118-117 finale. La vittoria comunque non cambia molto per i Wizards, penultimi nella Eastern mentre nell’Oregon molti sperano che l’ennesima stagione disgraziata finisca in fretta.

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