BASQUIAT Il graffitista haitiano che si sentì sfruttato da Warhol

A Palazzo Ruspoli retrospettiva dell’artista morto a 27 anni per overdose

È scomparso nel 1988 a soli 27 anni per overdose, ma la sua breve traiettoria artistica è stata fulminante. Parliamo di Jean-Michel Basquiat, l’artista americano di origini haitiane, pupillo di Andy Warhol, a cui la Fondazione Memmo dedica um’importante retrospettiva a Palazzo Ruspoli, con lavori provenienti da collezioni private, alcune mai esposte al pubblico. Ossessionato dalla frammentazione del corpo e dalla precarietà della vita, Basquiat. E infatti la mostra, curata da Olivier Berggruen, è intitolata «Jean-Michel Basquiat. Fantasmi da scacciare». Le quaranta opere sono state selezionate con lo scopo di analizzare proprio quella sorta di esorcismo che l’artista metteva in atto a ogni tela, a ogni graffito, a ogni collage. Da bambino Basquiat ebbe un incidente stradale e rimase a lungo in ospedale. Da quel momento iniziò una riflessione sul corpo e da qui sull’intero suo essere, all’incrocio tra l’ambiente borghese di provenienza e la cultura di strada nella quale si identificò fin dagli esordi con le tag degli anni Settanta firmate Samo (Same old shit, letteralmente «la solita vecchia merda»). «Le opere di questo pittore meraviglioso - ha detto Berggruen durante la presentazione della mostra - hanno un lato politico molto forte, denunciato nella grafica, nel gesto artistico, nel modo di porre il colore, in tutto connesse con la vita urbana americana di quel decennio». La mostra è accompagnata dalle fotografie di Michael Halsband, amico di Basquiat, con cui l’artista viaggiò in Europa e in Italia e che realizzò gli scatti per la mostra con Andy Warhol, quella che segnò la fine del loro rapporto di collaborazione, perché Jean-Michel si sentì usato dal padre della Pop Art (come del resto insinuavano i critici d’arte americani).

Con il giovane artista, Halsband ha condiviso la discriminazione razziale, che lo penalizzava anche se era omai acclamato in tutto il mondo e i collezionisti si contendevano i suoi lavori dalle quotazioni stellari.
In via del Corso 418, fino al 1° febbraio 2009, aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 19,30, dal venerdì alla domenica 10-20,30. Biglietti 10 euro.

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