Da Strasburgo se ne andò in macchina, uscendo da una uscita secondaria di un hotel. A Liegi ci è giunto ieri sera, con un volo privato del patron della Liquigas, Paolo Zani. Da Strasburgo a Liegi, passando per le fonti di Pejo, dove ieri Ivan Basso ha riassaporato il gusto della vittoria: quella del Giro del Trentino. Ultima tappa a Danilo Di Luca (prima vittoria stagionale), classifica generale al corridore varesino, tornato alle corse lo scorso mese di ottobre, dopo due anni di squalifica per le note vicende legate allOperacion Puerto (lo scandalo doping più grande di Spagna, bellamente insabbiato dalla Spagna). «Sono felice, questo è chiaro ha detto il varesino, che non vinceva dal Giro 2006 -. Sono felice perché sono tornato nel mio mondo dopo due anni difficili. Ho lavorato tanto per tornare ad essere migliore anche come uomo». Torna a vincere e ritorna a respirare aria di Tour, sulle strade della Liegi, primo passo verso una normalizzazione, con gli organizzatori della Aso. «Sono qui per aiutare Nibali, mio compagno di squadra, ma anche Kreuziger e Pellizzotti. Io? Sono già felice di essere qui».
Dai «muri» delle Fiandre, alle «cotes» delle Ardenne, passando per il «pavé» della Roubaix. Il ciclismo italiano ha rialzato la testa mercoledì scorso sul «Muro» della Freccia, per mano, testa e gambe di Davide Rebellin, che per la terza volta in carriera si è aggiudicato una corsa che in Belgio è licona del ciclismo che conta.
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