nostro inviato a Napoli
Ci sono raccomandati e raccomandati. Ma per Mastella ogni persona segnalata vale cinque volte di più di quella assunta, per chiamata diretta, da Bassolino e compagni. Il ciclone politico-giudiziario che si è abbattuto sui coniugi di Ceppaloni per la gestione dell’Agenzia per l’ambiente campana, rischia di far cadere nel dimenticatoio precedenti illustri che hanno coinvolto pezzi da novanta del Pd e non solo. Primo fra tutti Antonio Bassolino, che a proposito della nuova inchiesta sui Mastella ha parlato di «quadro inquietante» quando d’inquietante c'è ben altro. Per esempio le clientele à gogo nell’intera gestione dell’emergenza rifiuti che il governatore della Campania, in qualità di Commissario straordinario, ha avuto in mano dal 2000 al 2004 e per il quale ora rischia il rinvio a giudizio per presunte irregolarità nelle consulenze. Un quadriennio «spettacolare» che passerà agli annali per le 2300 assunzioni, a tempo indeterminato e senza concorso, di lavoratori socialmente utili che Bassolino, nel 2001, ha piazzato per realizzare una fantomatica raccolta differenziata che non c’è mai stata. Centinaia di milioni di euro spesi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti senza che né l'una né l'altro vedessero mai la luce fino all'arrivo al governo di Berlusconi. Operazioni scellerate che al governatore hanno causato una serie di guai politici e giudiziari e che hanno lasciato una scia di clientele, favori e raccomandazioni mai viste in precedenza.
I numeri sono da primato. In quattro anni il «clan bassoliniano» ha collezionato una quantità di assunzioni pari a 144 milioni di euro. Per il solo impiego dei 2.300 lavoratori per la raccolta differenziata l’ammontare certificato è di 55 milioni di euro all’anno. Secondo un dossier del successore di Bassolino all’emergena rifiuti, il prefetto Corrado Catenacci, i neo impiegati godevano di uno stipendio di 3 milioni di lire al mese e senza lavorare, visto che la raccolta differenziata, per cui erano stati stanziati 170 milioni di euro comprensivi dell’acquisto di automezzi, non è mai partita. Ed è lo stesso Catenacci a dire che furono «raccomandati anche i camorristi» e che venne preso anche «chi aveva una fedina penale non certo immacolata». Oltre 2mila persone assunte, spesso per favorire l’amico, o l’amico dell’amico. «Questi lavoratori - osserva l’ex successore di Bassolino - sono stati suddivisi o, come si dice, “spalmati” in 18 consorzi che molto spesso sono nati per comodità di qualcuno, per trovare posto a personaggi “trombati” in precedenti incarichi politici».
Sfruttando poi il grimaldello della «urgenza nell’emergenza», il commissario Bassolino ha offerto ai fedelissimi 2 consulenze a settimana per 5 anni, che fanno 500 incarichi per 9 milioni di euro. Bassolino ha sempre negato ogni addebito: «Non sono mai intervenuto per far assumere chicchessia». Chicchessia sono spazzini, centralinisti, autisti, impiegati amministrativi, tecnici, portieri, esperti vari e variegati. A goderne anche piccoli e grandi camorristi, a volte segnalati dai sindaci dell'hinterland partenopeo.
Di «sistemazioni» di amici s'intende anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, che due anni fa nomina presidente dell'«Asìa» - l'azienda pubblica che gestisce i rifiuti - l'ex capo della sua segreteria politica nonché ex assessore comunale, Pasquale Losa. Sentito dalla Commissione per l'emergenza rifiuti l'8 marzo 2005, Catenacci osserva: «Abbiamo cercato in ogni modo di fronteggiare l'ingresso della criminalità organizzata all'interno della nostra struttura, tenuto conto che prestavano servizio presso di noi addirittura alcuni operai abusivamente richiamati dai consorzi e ammessi presso di noi. Tra questi - aggiunge - ricordo che prestava servizio anche un certo Agostino ’o pazzo, famoso piccolo camorrista e delinquente degli anni '70».
Affari di famiglia e raccomandazioni di partito anche a Caserta, dove l'ex presidente pd Sandro De Franciscis ha fatto «di meglio» con assunzioni per chiamata diretta, senza concorso o selezione pubblica. È così che sono stati impiegati figli, cugini, nipoti, parenti, segretari di esponenti di primo piano del Partito democratico. In mancanza di monnezza, per raggiungere l'obiettivo si è fatto ricorso a una società a capitale pubblico, «Terra di Lavoro», creata nel 1999 per stabilizzare quarantatré «lavoratori socialmente utili» in attività di manutenzione stradale, poi convertita in società che si occupa, fra l'altro, anche di scuola e verifica d’idoneità delle caldaie. Il caso è stato portato alla luce un anno fa da un ex consigliere d'opposizione, Giorgio Magliocca, che ha notato l'impressionante numero di neo impiegati statali riconducibili a uomini del Pd casertano, in prima linea negli attacchi a Mastella per l'inchiesta e le polemiche sul clientelismo in Campania.
L'elenco dei beneficiari è lungo: Valerio Ruggiero, segretario, guarda caso, dell’ex presidente De Franciscis; Giovanni Rossano, all’epoca consigliere comunale dei Ds a Marcianise; il figlio di Felice Del Monaco, storico tesoriere della Margherita e del Pd; il figlio di Nicola Pacifico, già nella segreteria dell'ex senatore Geppino Santonastaso; Nicola Bernardo di San Felice a Cancello, imparentato con l'ex presidente del Consiglio provinciale, Pasquale De Lucia; il cugino dell'ex consigliere provinciale pd, Pietro Paolo Ciardiello, la figlia dell'allora consigliere provinciale pd, Francesco Papa, il figlio di un altro consigliere provinciale pd, Vincenzo Di Franco, Cosimo Cecere, ex consigliere di Marcianise e fedelissimo di De Franciscis, e il figlio di un impiegato alla Provincia, e via discorrendo...
(ha collaborato Luca Rocca)
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