da Roma
Quelle rivolte contro il vescovo Paul Casimir Marcinkus sono «accuse infamanti senza fondamento». È netta e ultimativa la smentita che il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, affida a una dichiarazione scritta, divulgata ieri mattina, dopo che il prelato per molti anni alla guida dello Ior - prima con Paolo VI e poi con Giovanni Paolo II - è stato indicato da una nuova testimone come implicato nel sequestro di Emanuela Orlandi. La Santa Sede non intende «interferire» con gli accertamenti in atto da parte dei magistrati e ritiene «doverosa» la loro verifica, ma lamenta la diffusione di notizie provenienti da una testimonianza «di valore dubbio».
«La tragica vicenda della scomparsa della giovane Emanuela Orlandi - ha dichiarato padre Lombardi - è tornata di attualità nel mondo della informazione italiana». «Colpisce - aggiunge il direttore della Sala Stampa vaticana - il modo in cui ciò avviene, con lamplissima divulgazione giornalistica di informazioni riservate, non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio».
«Si ravviva così - osserva ancora Lombardi - il profondissimo dolore della famiglia Orlandi, senza dimostrare rispetto e umanità nei confronti di persone che già tanto hanno sofferto». Poi il passaggio in difesa della memoria del factotum dello Ior: «Si divulgano accuse infamanti senza fondamento nei confronti di monsignor Marcinkus, morto da tempo e impossibilitato a difendersi». Il prelato statunitense, nato a Chicago, uomo simbolo della finanza vaticana chiamato in causa per il crac del Banco Ambrosiano, è infatti scomparso nel 2006 a Sun City, sobborgo di Phoenix, in Arizona. Aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita chiuso nel silenzio, come aiuto del parroco. Come si ricorderà, la vicenda del Banco Ambrosiano emerse nellagosto 1982, quando il tribunale di Milano mise listituto di credito in liquidazione coatta amministrativa, due mesi dopo il ritrovamento del suo presidente Roberto Calvi impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. Il buco accertato si aggirava attorno ai mille miliardi. Il Vaticano difese Marcinkus, anche se alla fine accettò di pagare, per motivi morali, 244 milioni di dollari. Lo Ior venne riformato.
«Non si vuole in alcun modo interferire - precisa ancora nella nota il direttore della Sala Stampa vaticana - con i compiti della magistratura nella sua doverosa verifica rigorosa di fatti e responsabilità. Ma allo stesso tempo non si può non esprimere un vivo rammarico e biasimo per modi di informazione più debitori al sensazionalismo che alle esigenze della serietà e delletica professionale».
Oltretevere cè sconcerto per le notizie pubblicate in questi giorni.
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