Basta un gioco di parole e «Repubblica» sfascia il Pd

RomaTogliersi lo sfizio di leggere su Repubblica un articolo in cui si sputtana il Pd e si difende Berlusconi si può. Basta un piccolo stratagemma: sostituire alla parola «Obama», «Berlusconi» e il gioco è fatto. Esilarante.
La Repubblica di ieri pubblicava in prima pagina una graffiante analisi dell’attuale politica americana: un editoriale uscito sul New York Times, a firma Paul Krugman, neo-keynesiano, premio Nobel per l’economia nel 2008, acerrimo nemico della precedente amministrazione Bush. «Bello, bellissimo - devono aver pensato in largo Fochetti - traduciamo e mandiamo in stampa». L’analisi di Krugman è una critica spietata al partito repubblicano, ora minoranza negli Usa. Titolo: «La campagna anti-Obama che avvelena l’America». Si sbianchettino i termini «Obama», «America» e «Partito repubblicano» e si sostituiscano con «Berlusconi», «Italia», e «Partito democratico» e la magia è fatta: il pezzo fila che è una meraviglia.
Pare che quando il Cio ha bocciato la candidatura di Chicago alle Olimpiadi del 2016 i conservatori abbiano esultato al grido di «Obama ha perso». Leggiamo Krugman: «Cosa abbiamo imparato da questo episodio? Che il movimento conservatore (leggi progressisti italiani)... ha la maturità emotiva di un marmocchio di 13 anni». E ancora: «Il principio ispiratore di uno dei nostri due partiti principali (leggi Pd) è la ripicca pura e semplice».
Meglio: «Se i repubblicani (ops, Pd) sospettano che qualcosa possa essere vantaggioso per il presidente (ops, Berlusconi), automaticamente vi si oppongono, a prescindere che si tratti o no di qualcosa di vantaggioso per l’America (ops, Italia)». S’indigna, Krugman: «Come ha potuto uno dei nostri (ops, vostri) più importanti partiti politici diventare così implacabile, così ben disposto ad abbracciare tattiche da terra bruciata, anche se così facendo compromette la capacità di qualsiasi futura amministrazione di governare?». Illuminante domanda. La risposta dell’economista non è da meno: «Chiunque si stia sorprendendo per l’opposizione velenosa e incontrollata contro Obama (ops, Berlusconi) deve aver già dimenticato gli anni dell’amministrazione Clinton (ops, i precedenti governi Berlusconi). Per non parlare dell’epopea dell’impeachment... ». Quindi: «L’unica differenza è che adesso il Partito repubblicano (ops, Pd) è in una posizione più debole, avendo perduto non soltanto il controllo del Congresso (ops, Parlamento) ma, in buona misura, anche dei termini del dibattito». L’affondo finale: «Malgrado tutto, però, i conservatori (ops, pd italiani) continuano a ritenere che dovrebbero governare loro, e soltanto loro».
L’amara conclusione è la seguente: «Ciò a cui siamo approdati è un approccio cinico, da “il fine giustifica i mezzi”.

Tutto ciò che conta è accelerare la venuta di quel giorno in cui il partito legittimato a governare ritornerà al potere, e di conseguenza il Gop (ops, il Pd) non si lascerà sfuggire nessuna occasione per dare batoste all’attuale amministrazione (ops, governo italiano)». Stando così le cose, non si può che sottoscrivere l’analisi del Nobel: «È un clima davvero brutto, ma è la realtà». Touché.

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