Ariela Piattelli
da Roma
Messaggi di solidarietà e scuse sono arrivati ieri alle comunità ebraiche italiane dopo la vergognosa contestazione di Milano. Le parole però non bastano più. Gli ebrei italiani vogliono atti concreti che pongano fine a queste manifestazioni di odio antiebraico. «Coloro che hanno bruciato le bandiere dIsraele - dice il rabbino capo della Comunità di Roma Riccardo Di Segni - hanno profanato la Resistenza, hanno insultato la memoria, la storia». Ed è proprio la messa in discussione dei valori condivisi a destare grande preoccupazione.
«Nel momento in cui in Italia si apre una nuova legislatura - spiega Claudio Morpurgo, presidente dellUnione delle comunità ebraiche italiane - il 25 aprile avrebbe dovuto rappresentare un momento di condivisione dei valori di cui noi ebrei siamo portatori e testimoni, quali luguaglianza, la libertà, lantifascismo, la difesa dello Stato dIsraele e la volontà di costruire una società pluralista. Invece lattacco di Milano, che ha alla base pericolosi sentimenti antiebraici, ha rappresentato la messa in discussione di questi valori, che sono essenziali in un Paese profondamente diviso da un punto di vista politico, etnico e sociale. Ho chiesto espressamente a Prodi, da cui ho ricevuto una ferma condanna della contestazione di Milano, di passare ad atti concreti». Sulla stessa linea Leone Paserman, presidente della Comunità di Roma: «Alcuni messaggi di solidarietà che abbiamo ricevuto non sono altro che di facciata. Altri sono sinceri, ma comunque non bastano, noi vogliamo atti concreti».
«Sembra evidente che la procura di Milano abbia identificato i responsabili di queste azioni infami, che fanno parte del Coordinamento per la liberazione della Palestina - spiega il vicepresidente della comunità di Roma Riccardo Pacifici -. Chiediamo che ne rispondano di fronte alla legge».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.