«Basta un pezzo di carta e il bimbo rubato è tuo»

«C’è un mercato sommerso di compravendita dei minori nel nostro paese. Ed è possibile, anzi probabile, che la zingara del tentato rapimento a Napoli avesse questa finalità: vendere a qualche coppia senza scrupoli il bambino». Il sostituto procuratore di Nocera, Amedeo Sessa, conosce bene il delicato settore. La sua inchiesta sulla vendita di neonati da parte di alcuni rom a coppie italiane aveva suscitato scalpore. E proprio da quell’esperienza sul campo il magistrato ha scoperto qualcosa che sa di irreale. «È facilissimo regolarizzare all’anagrafe un bambino comprato e aggirare dunque la legge».
Come facilissimo?
«Quando nasce un bambino, ogni ospedale rilascia ai genitori un’attestazione di nascita. Con questo documento, uno dei due si reca presso l’ufficio anagrafe del comune di residenza e dichiara la nascita del neonato imponendo il nome».
Ma all’anagrafe basta un semplice pezzo di carta che chiunque può rimediare nelle corsie? Non effettua controlli incrociati?
«La legge non obbliga il comune a fare alcun tipo di accertamento. L’attestazione di nascita è un atto pubblico che fa fede fino a querela di falso. E quindi nessun debito può essere mosso ai comuni interessati».
Se questa è la procedura, è più facile vendere un bambino che un appartamento.
«È facile e quasi vantaggioso economicamente, visto le procedure lunghissime di adozione internazionale e i costi. Tra l’altro c’è un ulteriore vantaggio: il figlio diventa legittimo e non adottivo».
Lei ha da poco sventato la contrattazione di un minore.
«Sì, due rom stavano consegnando la loro neonata a una coppia italiana e noi li abbiamo bloccati in flagrante. Però questo caso lo abbiamo scoperto soltanto perché è la stessa coppia italiana ad avercela segnalata».
Altrimenti?
«Avremmo una neonata comprata che risultava legittimamente nata da due genitori italiani».


Grazie alle maglie larghe della legge?
«Nel mio caso, gli uffici comunali non hanno effettuato alcun controllo e hanno registrato la nascita come se fosse effettivamente avvenuta. Anzi, uno dei sindaci ha anche liquidato il bonus bebè per la nascita mai avvenuta e ha spedito una lettera di auguri per il lieto evento».

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