Paolo Scotti
da Roma
E quest'anno, sotto l'albero, niente agende, né penne, né orologi, né portachiavi, né cravatte. O per lo meno: niente che, di tutto ciò, rechi il logo Rai. Con inattesa circolare interna datata 9 novembre, infatti, il direttore generale dell'emittenza pubblica, Claudio Cappon, ha annunciato che in viale Mazzini quest'anno verrà sospeso un inveterato uso natalizio: quello di fare omaggio a giornalisti e operatori del settore (a tutti coloro, cioè, che a vario titolo collaborano con la Rai dall'esterno) dei consueti gadget firmati dall'azienda. «Per un desiderio di solidarietà - recita il comunicato - parte dei fondi solitamente destinati a questo scopo, saranno invece devoluti in beneficenza al CeIS, il Centro Italiano di Solidarietà guidato da don Mario Picchi».
La decisione, che fa piazza pulita d'un uso gentile spesso degenerato in immotivata routine, si definisce resa «in coerenza con l'autentico spirito delle feste natalizie». E ci si augura che «possa essere percepita anche all'esterno come un segnale di maggiore sobrietà aziendale». Non è la prima volta che, in prossimità del delirio consumistico che si scatena col pretesto della celebrazione del Natale, la Rai frena il dilagare gratuito dell'oggettistica con sopra impresso il cavallo morente o la nuova, meno popolare «farfallina». E cerca di mostrarsi più austera.
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