Marcello Chirico
Degli imprenditori che scendono in piazza per protesta, finora, non si sono mai visti. Potrebbe però capitare di assistere presto anche a questo, se la realizzazione della BreBeMi, la troppe volte annunciata nuova direttissima Milano-Brescia, dovesse essere ancora ritardata. «A partire da settembre - è stato lannuncio di Michele Perini, presidente del Comitato pro BreBeMi - potremmo trasformare le azioni a supporto dellopera da semplici informazioni a vere manifestazioni di protesta, in modo da far capire come questautostrada sia lunico rimedio possibile al blocco totale del traffico».
E per poter concludere finalmente liter che porterà alla definitiva apertura dei cantieri, resta ancora da sciogliere lultimo nodo: quello del finanziamento degli extra-costi. Complessivamente 540 milioni di euro aggiuntivi, determinati dallalta velocità ferroviaria (che correrà a fianco della BreBeMi) e da un generale incremento dei prezzi intercorso dal giorno in cui si decise di avviare il progetto BreBeMi ad oggi. Per arrivare al riequilibrio del piano economico-finanziario dellopera servirebbero subito 100 milioni di euro, in modo da rendere «bancabile» loperazione e ottenere i finanziamenti necessari dagli istituti di credito (in questo caso, Banca Intesa). Limportante è trovare questi soldi, problema su cui si sta ragionando da mesi e, di fatto, sta bloccando la redazione del progetto definitivo e, di conseguenza, la sua approvazione. Quello preliminare ha già ottenuto il via libera del Cipe, ma - causa lentezza delle procedure romane - non è stato ancora pubblicato e quindi risulta inesistente. Da qui le forti preoccupazioni degli imprenditori, manifestate pubblicamente ieri proprio dal Comitato per la BreBeMi, assolutamente scandalizzato dal fatto che sia così difficile «trasformare un progetto in una strada: tra laltro, di appena 50 chilometri».
Di rifare la gara non se ne parla, perché implicherebbe un aumento delle tariffe autostradali (già quantificato attorno al 30%), oltre allavvio degli inevitabili contenziosi da parte delle società partecipanti al primo bando. Occorrono quindi nuove soluzioni, che lassessore regionale ai Trasporti Raffaele Cattaneo - intervenuto per iscriversi ufficialmente al Comitato - ha prospettato. E che sono essenzialmente due: «Per reperire i 100 milioni mancanti - ha detto - o si sposta ad una seconda fase la realizzazione del 20% delle opere accessorie, oppure la Società BreBeMi investe 100 milioni di capitale proprio». Un invito che Cattaneo ha rivolto direttamente alla capofila, quella società Autostrade Spa che la Regione vorrebbe tanto coinvolgere nel progetto della nuova holding autostradale lombarda, quello prospettato laltro ieri a Prodi dal governatore Roberto Formigoni durante la prima riunione del «Tavolo Milano» e che ha incassato linteresse del sottosegretario alla presidenza Enrico Letta ma ha trovato freddino il premier. Soprattutto quando gli è stato chiesto di smontare la fusione Autostrade-Abertis almeno in Lombardia, sostituendo gli spagnoli con un soggetto locale individuato dalla Regione («Sono società quotate, non mi sembra possibile» la risposta di Prodi). Se ne tornerà a parlare sabato, al Pirelli, nel faccia a faccia col ministro Di Pietro («perché - ha ricordato ieri Formigoni - la nostra proposta può veramente sbloccare una partita»), ma in quella sede si ragionerà pure di BreBeMi. Fermo restando linvito ad Autostrade a mettere sul tavolo i 100 milioni mancanti. «Se davvero Autostrade vuole investire nel Nord, quale migliore occasione per farlo» è lopinione di Cattaneo. Il quale ha però garantito che la Regione una soluzione la troverà comunque, a prescindere dalle decisioni dellunica Provincia interessata e che ancora tentenna sulladesione o meno allAccordo di Programma: quella milanese. «Gli daremo tempo per riflettere fino a fine settembre - ha lanciato il suo ultimatum lassessore - poi andremo avanti lo stesso, per rispetto della volontà delle altre istituzioni». E stessa procedura avverrà per la Tem, «altra opera con cui BreBemi dovrà andare di pari passo, altrimenti rischieremmo di costruire unautostrada Ospitaletto-Melzo e non Brescia-Milano». Ma proprio ieri Palazzo Isimbardi ha comunicato che non aderirà. Motivo: «Si sono persi 2 anni per trovare la copertura degli extracosti, e in questo tempo non cè stata disponibilità a superare lostilità dei sindaci interessati. Sabato denunceremo tutto ciò al ministro Di Pietro». Il barometro istituzionale prevede tempesta.
Cattaneo si è detto scettico pure sui tempi di completamento dei lavori (fissati ora al 2011), «perché occorrerà almeno un anno per ultimare la fase burocratica.
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