«Basta sensi di colpa» I manuali del benessere ora diventano cattivi

Dice monsieur Boiron che per liberarsi dal senso di colpa «bastano cinque minuti». Non lo dice come omeopata (è il presidente del gruppo omonimo), ma come esperto di felicità. Sostiene Christian Boiron, nel suo libro Siamo tutti fatti per essere felici (appena pubblicato da Sperling&Kupfer), che per raggiungere questo stato dobbiamo sbarazzarci dei condizionamenti, e che il primo di tutti sia appunto il senso di colpa. «Una catena terribile, dal mattino alla sera: da casa all’ufficio e ritorno, è un gioco continuo a colpevolizzare noi e gli altri». Per essere felici non servono buone azioni e pensieri da Heidi, bisogna eliminare gli ostacoli al benessere psicofisico, e quello principale è lo stress. E il senso di colpa porta stress, quindi va eliminato. «Non è mai pertinente». Possibile? «Formidabile» assicura il signore dell’omeopatia, nel senso che si tratta, secondo lui, di un metodo infallibile. E bisogna liberarsi anche di un altro condizionamento, la tendenza cronica della società a «drammatizzare»: «Oggi tutto è grave: la malattia, la morte, la politica, la scuola, l’amore. Ma per la mente niente è grave».
Boiron non teme di scandalizzare: del resto un manuale deve proporre soltanto una vita da manuale, cioè perfetta, praticamente impossibile? Dev’essere per forza un tormento? Non più. Perfino un guru del benessere come Henri Chenot, quello che con il suo metodo disintossica vip di tutto il mondo, non ha avuto scrupolo di dichiarare in un’intervista a Vanity Fair: «Quella del chilometro zero è la più grande stronzata del mondo». Considerato che il suo ultimo libro s’intitola Detox - Più giovani, più sani, più magri (Sperling&Kupfer), ci si potrebbe aspettare una perorazione della causa del cibo slow, bio e simili. Invece no, ma non per ideologia, Chenot dà motivazioni tecniche: un milanese passerebbe l’inverno a mangiare patate, maiale e verza «e finirebbe rincoglionito in un amen», un po’ come i suoi conterranei dei Pirenei che, quando vivevano secondo natura (cioè poveri), si ritrovavano con l’artrosi a trent’anni. E nel libro dice la sua pure sul cibo biologico: «Non essendo né favorevole, né contrario, la ritengo una scelta personale e una questione di possibilità economiche». L’importante, dice, è puntare sulla qualità degli alimenti.
Ma se Boiron e Chenot sdoganano argomenti politicamente scorretti, c’è chi ha dedicato interi manuali a temi tabù. È facile ricominciare a fumare se sai come farlo (Einaudi Stile Libero) è il diario di Giacomo Papi, ri-fumatore pentito della sua momentanea pausa dal vizio, dovuta proprio all’osservanza fedele delle regole di un altro manuale (quello celebre di Allen Carr). La gente normale ha difetti comuni e poco estirpabili: di quelli che ritornano, perché hanno radici banali ma ben conficcate nel corpo e nello spirito. C’è chi ama le sigarette, ma c’è anche chi è inevitabilmente svogliato. Non solo di domenica. A costoro, persone non cattive ma neanche stakanoviste, hanno pensato due donne: Corinne Maier e Muffy Mead-Ferro. La prima è la francese senza peli sulla lingua, quella che ha scritto No kid per dire che senza figli avrebbe girato il mondo e si sarebbe goduta i suoi guadagni e Buongiorno pigrizia, le regole bestseller per chi vuole cavarsela al lavoro faticando il meno possibile (in Italia fu pubblicato da Bompiani). La seconda, americana, ha scritto un saggio per consolare tante colleghe, le Confessioni di una mamma pigra. Cioè quella normale, che vive circondata da aspettative e dall’esempio ossessivo delle «supermamme con superfigli». Certo non sono loro, ad aver bisogno d’aiuto.

Alle madri normali pensa anche Anna Talò nelle Meditazioni per donne sempre di corsa (appena pubblicato da Corbaccio), quelle «stanche di sentirsi dire che devono ritagliare del tempo da dedicare a sé». Ecco, chi è stanco di sentirsi raccomandare cose impossibili o di doversi confrontare con esempi irraggiungibili, ora può consolarsi. Anche gli esperti sono umani, troppo umani, come certi manuali.

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