«Basta smog, ha ucciso anche mio padre»

Penati: «Il blocco non basta, targhe alterne subito»

Gianandrea Zagato

Presidente Penati, l’inquinamento è alle stelle. Dall’inizio dell’anno sono centodiciassette i giorni con livelli di Pm10 oltre la norma e di questi quindici con l’innalzamento consecutivo. Oggi, i milanesi vanno a piedi. Ma domani il problema resta. Non crede che lo smog sia un problema troppo grave per ridurlo a polemica politica?
«Servono interventi mirati, strutturali e non certo spot. Altrimenti? Non cambia niente, come niente si è modificato negli ultimi quarant’anni. E se me lo permette glielo spiego raccontando brevemente una storia di Sesto San Giovanni».
Prego.
«Anni Sessanta. Sui davanzali delle case di Sesto c’è sempre un centimetro di polvere nera o rossa, a seconda se provocata dagli altiforni della Falk o da quelli della Breda. Quella polvere è il prezzo da pagare per avere le fabbriche, lo sviluppo industriale e il lavoro. Gli operai non scioperano neppure un minuto contro quell’inquinamento che gli dà da mangiare, anzi qualcuno c’è pure morto anni dopo come mio padre. Nel 2006, milioni di automobili circolano sulle nostre strade: automobilisti in giro per lavoro, per produrre sviluppo e ricchezza, Anche questo è un prezzo da pagare».
Riflessione amara, presidente Penati.
«Vero, ma se oggi ci fosse ancora quell’inquinamento provocato dalle fabbriche, be’ sono sicuro che ci sarebbe una rivolta nel nome dell’ambiente e della salute. E quarantanni dopo un provvedimento contro lo smog va preso anche se impopolare».
Lei è il politico e lei dovrebbe dare una risposta...
«...con me anche la Regione Lombardia che tiene conto delle esigenze di tutto il territorio lombardo, anche di chi si sposta da Sondrio a Milano solo tre volte all’anno. E con me deve rispondere anche il Comune di Milano che aveva proposto quel ticket inamissibile, inattuabile e contrario a ogni logica: amministrazione che, poi, tenta di difendere solo le esigenze dei suoi cittadini».
Sintesi: occorre ricercare il consenso di tutti.
«C’è un possibilità, il prossimo 21 novembre quando Regione, Comune di Milano e Provincia di Milano incontrano i sindaci. Da lì nasce un tavolo di lavoro, di confronto dove portare proposte concrete e strutturali ma, attenzione, per evitare poi problemi, dev’essere un tavolo rotondo senza alcun capotavola e con quattro gambe ovvero anche con una delegazione di sindaci oltrechè quella delle Istituzioni».
Quali sono le proposte che porta la Provincia?
«Diciamo no al ticket d’ingresso e no al pedaggio anti-smog. Proponiamo interventi strutturali: in primis, le targhe alterne che sono una soluzione perché è impensabile il blocco totale del traffico nelle giornate lavorative ed è altrettanto impensabile affidarsi alla meterologia, alla pioggia e al vento che spazzano via il Pm10...».
Significa che giudica quindi di poco rilievo il blocco di oggi?
«Non credo che possa essere risolutivo. Servono ben altre misure emergenziali da attuare da subito, come le targhe alterne ma anche la riduzione degli orari d’accensione degli impianti di riscaldamento».
Proposta della serie: una coperta e un maglione di più per la notte.
«Un grado in meno non ha mai ammazzato nessuno. E, comunque, ritengo che per combattere collegialmente lo smog occorre introdurre un biglietto unico di circolazione per le reti metropolitane che solo così sarebbero una valida alternativa all’uso dell’automobile».


Pensa quindi ad un rafforzamento del trasporto pubblico?
«Sì e per farlo propongo di introdurre un sovrapprezzo di mezzo centesimo ai caselli autostradali milanesi. Mezzo centesimo per una tassa di scopo che finanzierebbe un piano sostanzioso di interventi strutturali. Chi gestirebbe le risorse? Un’authority creata ad hoc, dove ci devono essere anche i rappresentanti dei sindaci».

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