Bastava anche un dipinto a scatenare la rivalità

Vita vissuta e aneddoti sui rapporti tra Genova, regno dell’alta borghesia, e l’adiacente cittadina, spavalda proprio come i liguri di una volta

Bastava anche un dipinto a scatenare la rivalità

Divertenti diatribe e battute al vetriolo hanno sempre alimentato la rivalità tra Genova e San Pier d'Arena, oggi Sampierdarena, quando erano due comuni separati. Se l'alta borghesia e le nobili famiglie genovesi vantavano il prestigio e il potere economico, i sampierdarenesi difendevano la dignità della cittadina con senso della sfida e della spavalderia, tipico dei «liguri di una volta». Sfogliando le pagine della storia dei secoli scorsi, e parlando con Alfredo Remedi, scrupoloso studioso della storia ligure e funzionario della biblioteca civica Francesco Gallino, scopriamo le contese di un secolo fa.
«Nella chiesa S. Maria della Cella, al terzo altare a sinistra, si conserva un'immagine dipinta su un muro raffigurante “Il Salvatore che porta la croce”. Il Cristo potrebbe essere apparso nel 1473 a Santa Caterina Fieschi Adorno quando si recava in visita alla chiesa di San Benedetto. Questo dipinto ad olio su un muro, è stato realizzato, in un momento di riposo, da Heinrich Stokman, un soldato mercenario fiammingo, di guardia alla porta della Lanterna, poco in zona “Coscia”. Della presenza di questo soldato mercenario nell'agosto del 1630 viene data notizia in un documento pubblicato dallo storico Bosio. Il governo della Repubblica di Genova, aveva il timore che - puntualizza Remedi - tra la folla sempre molto numerosa e molto devota a questa immagine del Cristo, si intrufolassero anche ladri, forse su commissione di qualche signorotto di altre fazioni; così nel 1719 decise di rimuovere l'affresco. I capimastri e numerosi muratori, senza compiere un atto sacrilego, tolsero dal muro il dipinto e lo portarono con un carro trainato da buoi, nella zona della Coscia. Tre anni dopo lo rimossero e lo trasportarono all'antica pieve di San Martino al Campasso (della Palmetta). Nel 1799 il dipinto viene trasferito definitivamente nella parrocchia di Santa Maria della Cella in San Pier d'Arena.

Nasce così la diatriba sulla paternità del dipinto, la Lanterna faceva parte del comprensorio di San Teodoro nel comune di Genova, i soldati di guardia alla Lanterna erano parrocchiani di San Teodoro e San Salvatore ed ivi erano registrati, ma il dipinto era rivolto verso San Pier d'Arena fuori dalle mura di Genova».

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