Roma

Battaglia «consegna» Anni Verdi alle coop

Il sindacato Fials: «Con questo sistema si spenderanno tre milioni di euro in più» Il vicepresidente del Consiglio regionale Prestagiovanni avanza dubbi sulle procedure

Antonella Aldrighetti

L’emergenza «Anni Verdi» continua a tenere banco nell’ambiente sanitario regionale. L’affidamento diretto dell’ente morale al consorzio di cooperative Ri.Rei. costituito ad hoc, che è stato possibile solo grazie a un accordo «monopartisan» tra l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia e la Cgil Funzione pubblica, alimenta il clima di profonda incertezza sulla gestione della politica sanitaria da parte della giunta di centrosinistra.
Altro che «svolta decisiva per il futuro del personale impegnato nelle strutture di assistenza e cura dei giovani disabili» come sostiene l’assessore diessino piuttosto, l’affidamento diretto del servizio di assistenza alle coop, sarebbe invece l’ennesima operazione per dissipare risorse pubbliche perché «la regione Lazio spenderà tre milioni di euro in più ogni anno». Ne è convinto il sindacato Fials Confsal rilevando che «la gestione diretta dell’ente morale da parte delle Asl rispetto a quella delle coop consentita, chiavi in mano dall’assessore alla Sanità, farebbe spendere non più di 15 milioni di euro - specifica il segretario regionale Gianni Romano -. Ossia 10 milioni per il personale, 2 milioni per gli affitti delle strutture e 3 milioni per il trasporto, catering e utenze varie. Vale a dire si produrrebbe un risparmio di circa 3 milioni di euro sui 18 milioni complessivi e la certezza di conservare il posto di lavoro a 550 operatori sanitari».
È infatti la precarietà del lavoro nelle cooperative sociali che preoccupa il sindacalista, visti pure gli impegni che la giunta di Piero Marrazzo ha annunciato di voler mantenere nei confronti dei lavoratori precari. Ecco perché è diretta proprio al governatore l’«interpellanza» del sindacato visto che «l’atteggiamento dimostrato dall’istituzione regionale, in riferimento alla vicenda è illogico e contraddittorio rispetto ai programmi di reinternalizzazione dei servizi sanitari e di stabilizzazione del precariato, mentre - incalza Romano - la serie di motivazioni riguarda il contesto nel quale è passata di mano la gestione di Anni Verdi che sembra paventare inoltre una lunga serie di violazioni alle norme in materia di accreditamento in convenzione e dell’ordinamento lavorativo che meriterebbero una pubblica spiegazione sul metodo e sulle finalità di tale scelta».
Un metodo e una finalità che non spiega neppure Augusto Battaglia spostando l’accento invece sul fatto che «l’accordo nasce sotto gli auspici delle organizzazioni sindacali dei lavoratori dei centri Anni Verdi e delle organizzazioni rappresentative dei familiari dei soggetti in carico alle strutture assistenziali». Certo è che però la simpatia di Battaglia per le coop non è certo cosa nuova. Tutt’altro. E lo ricorda pure il vicepresidente del Consiglio regionale Bruno Prestagiovanni che, rimarcando le polemiche di qualche mese fa sui rimborsi ai fornitori sanitari in cui le Coop si trovavano in pole position a intascare i crediti dovuti, sostiene: «Il presidente Marrazzo insiste su una linea politica che, anche col caso dell’ente Anni Verdi, finirà col depauperare le casse sanitarie regionali per favorire i soliti noti. Mentre appare del tutto evidente che la decisione dell’assessore Battaglia al consorzio Ri.Rei appare pretestuosa, senza contare le perplessità sull’affidamento diretto che sembrerebbe non regolare sia per quanto riguarda le procedure di accreditamento sia perché non appare in linea con le strategie per la stabilizzazione dei lavoratori precari stabiliti dalla giunta regionale». Tant’è che pure dagli scranni della maggioranza arriva una levata di scudi. Il consigliere Donato Robilotta (Rnp) ha garantito di voler andare a fondo sulla questione dell’affido «per sapere se Ri.Rei.

possiede tutti i requisiti e se si poteva procedere senza bando, visto che - dice - la commissione consiliare non è stata informata del passaggio di consegne».

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