I «proletari» piangono, i «miliardari» delle slot machine ridono. Con questo slogan Vincenzo Matteucci e Franco Bampi con il loro Mil, Movimento indipendentista ligure, continuano a portare avanti una protesta che dura da quasi tre anni per chiedere allo Stato di fare luce sui 98 miliardi di euro, tra tasse non versate e penali, di cui sono debitori i concessionari italiani che negli anni scorsi hanno gestito le licenze dello Stato. Un intrigo che ha coinvolto anche il Parlamento senza che negli anni si sia riusciti ad avere risposte chiare dai «Palazzi» ma con una sola garanzia: quei denari lo Stato italiano non lha mai riscossi.
Fu una inchiesta de Il Secolo XIX ad aprire il problema qualche anno fa ma ad oggi, proprio alla vigilia del rinnovo delle concessioni da parte del Parlamento, nessuna soluzione è stata presa per i morosi dellazzardo. Così il movimento di Matteucci e Bampi, dopo aver lanciato un comitato spontaneo al quale hanno preso parte politici di centrodestra e centrosinistra come il pidiellino Gianni Plinio e il comunista Aleandro Longhi, ora torna alla carica rilanciando una campagna di raccolta firme e proponendo ai genovesi una manifestazione di protesta per sabato 1 ottobre. La stessa data nella quale è prevista linaugurazione del Salone Nautico, giorno in cui gli occhi dei mass media italiani sono rivolti alla Superba. «I dettagli della manifestazione li faremo sapere nei prossimi giorni - racconta Vincenzo Matteucci -. Ci vogliamo preparare al meglio per fare un presidio che sia numeroso. Potrebbe essere a De Ferrari come davanti ai cancelli della Fiera di Genova. Vedremo». Intanto, proprio ieri sera, il Movimento indipendentista ligure, ha chiesto anche ai comitati «No Gronda» di collaborare al presidio. Un tema rimasto nella testa di molti genovesi, soprattutto per limporto davvero incredibile che le società devono allo Stato: «Qui parliamo di tre manovre finanziarie sommate. Con questi soldi ci possiamo finanziarie il Terzo Valico e altre opere strategiche per il futuro dellItalia intera - tuona Matteucci -. Alcuni parlamentari da noi contattati, ad esempio il Senatore Enrico Musso, ci hanno detto che hanno provato a sollevare il caso in Parlamento, ma che sono stati stoppati, perché è stato loro risposto che si e in attesa della sentenza della Corte dei Conti.
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