Come sempre accade quando cè in ballo qualcosa che conta sul serio, queste pagine diventano una grande palestra di dibattito. Lultimo è sul candidato sindaco. E, in particolare, sul candidato sindaco del centrodestra. Vincere, stavolta, si può davvero. Ed è naturale che tutti noi - noi e voi - che ci crediamo, facciamo di tutto per dare una mano. Del resto, anche gli interventi più ruvidi, come quello di domenica di Sergio Castellaneta, hanno sempre uno spirito costruttivo.
Io stesso, confesso, ho parlato con alcuni dei papabili candidati per sentire le loro idee, le loro impressioni, le loro perplessità. Per capire come mai tanti papabili, poi non solo non diventano papi, ma non entrano nemmeno nel conclave.
E con tutti, o quasi, ho maturato unidea. Proprio perchè è possibile vincere, bisogna spoliticizzare il più possibile la battaglia. Se le elezioni per il sindaco di Genova (e per la Provincia di Genova, dove comunque la città fa la parte del leone) sono la classica contrapposizione centrodestra contro centrosinistra non cè partita. Lo dice la storia, lo dicono i numeri, lo dicono i rapporti di forza consolidati. Non è certo la nuova partita per Tursi quella che può cancellare cosè Genova, come vota Genova e come ha sempre votato Genova.
Se qualcuno ha idee revansciste e pensa di cambiare la città entro primavera, magari presentando il candidato allultimo minuto, qualche settimana prima, forse vale la pena di riaprire lex ospedale psichiatrico di Quarto e ricoverarcelo subito. Tanto, il centrosinistra ha pensato bene di non metterci lIstituto italiano di tecnologie, come aveva deciso con lungimiranza Sandro Biasotti, con il contributo decisivo di Giulio Tremonti e di Umberto Bossi. Unaltra delle idee che avrebbe regalato la speranza di un futuro a Genova. Unaltra delle idee «uccise» dallUnione. Da quella locale con il trasferimento della sede dellIit da Quarto a Manesseno, località universalmente nota per la sua amenità e in grado di richiamare milioni di scienziati da tutto il mondo. Da quella nazionale, con il taglio drastico dei fondi perchè «i finanziamenti si danno quando le ricerche vengono avviate», come ha spiegato il sottosegretario Nando Dalla Chiesa. Ma è chiaro che, per un nuovo istituto, senza soldi, non può partire nessuna ricerca. Ed è altrettanto chiaro che, al momento, lIit non esiste più. Grazie al centrosinistra.
Tutta questa parentesi, per dire che gli spazi di Quarto sono liberi. Per chi, nel centrodestra, pensasse di vincere la battaglia elettorale buttandola in politica. Io penso lesatto contrario: la campagna per Tursi devessere la più «civica» e tecnica possibile e il candidato devessere un uomo non chiaramente identificabile come uomo di parte, con una squadra allaltezza.
In Comune servono competenze e una buona amministrazione. La politica è meglio lasciarla ai politicanti e ai patiti della politique politicienne. Come quelli che si stanno occupando della scelta del candidato sindaco dellUnione.
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