Il battesimo del fuoco di Monti all'Eurogruppo Ue: manovra da 11 miliardi

L'Unione europea detta le misure al governo Monti: riforma delle pensioni, articolo 18 e pubblico impiego. Il Giappone scarica l'Italia: vola lo spread

Il battesimo del fuoco  di Monti all'Eurogruppo Ue: manovra da 11 miliardi

Battesimo del fuoco per il neo premier Mario Monti che, oggi pomeriggio, si riunirà con i ministri finanziari dell’Eurozona nel tentativo di concretizzare la cosiddetta "risposta complessiva alla crisi" (in particolare attraverso l’aumento della "potenza di fuoco" del fondo di salva stati). Le decisioni prese in linea di principio a due riprese dai capi di Stato e di governo dei Diciassette sono sempre rimaste "impigliate" nei dettagli. Il Vecchio Continente prova a ricompattarsi e a far fronte alla crisi economica decidendo le misure e i sacrifici da compiere per riuscire a sollevarsi. A partire dall'Italia. Secondo Repubblica, infatti, il commissario europeo Olli Rehn avrebbe firmato un documento riservato per chiedere al Belpaese di approvare subito una manovra da almeno 11 miliardi di euro che preveda il blocco delle pensioni se il pil è negativo, un interventi sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la riforma del pubblico impiego.

Il progetto per salvare la moneta unica e mettere in sicurezza l’Italia sarà discusso, secondo il Corriere della Sera, proprio nella riunione dell’Eurogruppo di oggi a Bruxelles dove, al centro del confronto, ci sarà appunto il potenziamento del fondo salva Stati. Ma quella di Bruxelles è solo la prima di una lunga serie di tappe per attuare questo piano. E', infatti, molto attesa anche la riunione dell’Ecofin in calendario domani. Sarà poi la volta della Commissione (7 dicembre), preludio al vertice del Consiglio europeo, già fissato per il 9 dicembre. L'8 dicembre, poi, si terrà una riunione del consiglio della Bce per decidere le misure per sostenere la liquidità della moneta unica. Per il debutto di Monti si prosopetta una vera e propria giornata di fuoco. In discussione a Bruxelles c'è proprio il nodo Italia: da una parte con la presentazione del programma anti crisi da parte del premier, dall’altra con il primo rapporto di Rehn che intende monitorare sulle misure che già il governo Berlusconi si era impegnato a realizzare.

Il rapporto di Rehn sarà basato sulle analisi degli esperti inviati nella Capitale nelle scorse settimane e sulle informazioni raccolte dallo stesso commissario durante l'ultimo incontro con Monti e i ministri Corrado Passera ed Elsa Fornero. Nel rapporto Rehn, anticipato da Repubblica questa mattina, si sottolinea che le debolezze strutturali dell’Italia, debito pubblico e bassa crescita, "sono precedenti alla crisi globale, non partono da essa". Tuttavia - e questo è il punto di forza del Belpaese - "a differenza di altri paesi l’Italia è entrata nella crisi con un alto tasso di risparmio e con un settore bancario robusto". Per quanto riguarda i conti pubblici, i vertici dell'Eurotower confermano che "il pareggio di bilancio nel 2013 è un pre-requisito chiave per riguadagnare credibilità e migliorare le prospettive di crescita nel medio termine". Da qui la richiesta di una manovra da (almeno) 11 miliardi di euro. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, invece, Rehn avrebbe chiesto "la sospensione dell’indicizzazione automatica degli assegni all’indice dei prezzi, tranne che per gli assegni più bassi, in caso di crescita negativa". E sul mercato del lavoro l'Unione europea ha chiesto al governo tecnico di "eliminare le rigidità per esempio sostituendo l’attuale sistema di protezione attraverso il reintegro obbligatorio (in vigore per le aziende con più di 15 dipendenti) con il pagamento di un’indennità di liquidazione legata allo stipendio percepito".

Non ci sarà soltanto la situazione italiana sul tavolo dell'Eurogruppo, ma si discuterà anche di Irlanda e Grecia. L'Unione europea lavorerà per sbloccare la quarta tranche del prestito a Dublino e la sesta di quello ad Atene, bloccato già due volte, l’ultima dopo il maldestro annuncio sul referendum dell’ex premier Georges Papandreu, che ha portato alle sue dimissioni e alla formazione del nuovo esecutivo guidato da Lucas Papademos.

Ma il piatto forte della riunione saranno i firewall, le difese anti contagio che dovrebbero convincere i mercati della solidità della moneta unica, ripristinare la fiducia e risolvere la crisi del debito sovrano nel Vecchio Continente.

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