Antonio Lodetti
da Milano
«Ho chiesto a Pippo Baudo di rivolgere un semplice appello agli italiani in occasione della prima puntata di Domenica in in onda domani. Litigate meno». Questo linsolito messaggio che il direttore generale della Rai Alfredo Meocci affida al conduttore, da lui personalmente voluto al timone della terza parte di Domenica in.
Meocci lancia un sassolino nello stagno della Tv che rischia di sollevare una tempesta. «La televisione - ha ribadito Meocci - è da cinquantanni lo specchio fedele di questo Paese. Ora io, ma non solo io, trovo che il tasso di litigiosità in Italia abbia raggiunto dimensioni patologiche, pericolosamente vicine al livello di guardia, e sovente proprio per colpa della Tv che aizza, quando addirittua non costruisce, sterili contrapposizioni. Penso, per esempio, a certi talk show dove il clima sovraeccitato è la norma e il ragionamento pacato leccezione». Come non dargli ragione? Basterebbe ricordare, per fare un esempio a caso, la sfida a suon di botte allIsola dei famosi tra Antonella Elia e Aida Yespica, o certi scontri da Ok Corral nella casa del Grande Fratello. La storia dei litigi in Tv è ricca ed articolata; si possono citare gli scontri tra il battagliero Aldo Busi e il filosofo Gianni Vattimo, o quello tra le onorevoli Alessandra Mussolini e Katia Bellillo a Porta a porta, che ha visto Bruno Vespa negli inediti panni dellarbitro di boxe. Oppure ci sono gli accalorati scontri verbali a cadenza settimanle del Processo di Biscardi e di trasmissioni affini su reti minori. Ma litaliano è poi così influenzato dalla Tv? Così succube? Sarà diventato più litigioso e cattivo emulando le gesta del piccolo schermo? Nessuno può dirlo, Meocci ad ogni buon conto incita la Rai a dare il buon esempio. «Oggi - conlude - si litiga troppo e ovunque: negli uffici, ai semafori, nelle istituzioni, nelle case.
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