BAVAGLIO DEMOCRATICO

Ieri è accaduto uno di quei fatti curiosi che soltanto in Italia possono accadere. E cioè che il presidente del Consiglio che avrebbe voluto, nel pieno rispetto della par condicio, comparire in televisione su Canale 5 in confronto con chiunque si fosse presentato della sinistra, alla fine ha dovuto rinunciare perché si sono ritirati tutti, pur di impedirgli di andare in onda su Canale 5: Romano Prodi ha dato subito forfeit, poi è stata la volta di Fassino e Rutelli che hanno dichiarato che non volevano «fornire un alibi a chi vuole mettere sotto i piedi le norme» e infine si sono sfilati i giornalisti di sinistra, severamente militarizzati dai sindacati e diffidati dall’intervenire. La stessa redazione del Tg5 a un certo punto ha minacciato uno sciopero e alla fine non se ne è fatto più niente: tutti a casa, compresi Fini e Casini, perché l’obiettivo era uno solo e palese: impedire al premier di comparire in tivvù, a qualsiasi costo, punto e basta. E così è stato, ripetiamo, su Canale 5.
Ora la prima osservazione da fare ci sembra questa: è terribilmente difficile far comprendere ai giornalisti e ai politici stranieri che in Italia Berlusconi non può parlare, specialmente dalle sue televisioni. Per noi è normale, per loro è incomprensibile: sono sicuri, quando noi raccontiamo queste storie, che noi mentiamo. Seconda questione: la par condicio si conferma una legge che non ha proprio nulla di «par» ed è anzi fortemente dispari nella «condicio»: esiste perché è una legge ad personam, e la persona cui è dedicata è una sola e non c’è bisogno che ripetiamo il suo nome perché è sempre la stessa. Ma adesso siamo ad un perfezionamento diabolico della par condicio: hanno scoperto che se il contendente dell’unica persona contro la quale è stata fatta la par condicio si sottrae, si può ottenere l'effetto bavaglio: io non vengo a discutere con te, e quindi tu devi stare zitto, è la par condicio, baby. Ieri infatti Berlusconi ha sfidato, per rispettare la legge, molte diverse persone: dapprima Prodi, e poi Fassino e Rutelli che dovevano andare a Matrix e alla fine, in mancanza di un interlocutore politico, ha sfidato i giornalisti della sinistra. Questi ultimi in fondo erano contenti, ma non avevano fatto i conti con la «vigilanza democratica» del sindacato che è talmente democratica da promuovere il bavaglio sull’odiato nemico. Questo è stato il motivo per cui ieri sera Giuliano Ferrara si è presentato in televisione con un grande bavaglio che gli chiudeva la bocca. Dunque, come dicevamo all’inizio, ieri in Italia è accaduto uno di quei fenomeni che non potrebbero accadere in alcun altro Paese al mondo: in nessun Paese al mondo può accadere che il presidente uscente, se vuole avere il piacere di incontrare lo sfidante, deve pagare pegno e rinunciare al più banale dei diritti di un presidente uscente, cioè fare una conferenza stampa con il bilancio del lavoro svolto. Ebbene, Berlusconi per poter avere di fronte a sé Prodi e rispondere a domande alquanto bislacche di giornalisti che forse non hanno mai assistito al «debate» per la Casa Bianca, ha dovuto rinunciare a dire in pubblico quel che ha fatto in cinque anni di governo.

E infine ci ha colpito e mortificato questo divieto liberticida che ha impedito in modo intimidatorio a dei giornalisti di fare il loro dovere: affrontare il Presidente del Consiglio e interrogarlo. Tutto ciò ci sembra squallido e deplorevole.
p.guzzanti@mclink.it

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