Beach soccer con Ringhio in mondovisione

C osa vorremmo organizzare nel 2012, un campionato europeo di pallone? A Torino si potrebbe disputare la sezione beach soccer, tanto il terreno di gioco fa spiaggia libera. Mancano gli ombrelloni, poi sembra Rimini. Sabbia, polvere e una mano di vernice verde: così si presentava ieri sera il Delle Alpi per «la partita dell’anno», come è stata definita da chi non sa leggere una classifica. O pensa di vendere un prodotto a tutti i costi a degli acquirenti poco stimati.
Nuvole di terra sollevate ad ogni tiro, scenari da oratorio anni Sessanta con le suole bucate ai piedi e padre Brown in porta. Tutto questo con 200 televisioni collegate in mondovisione. La Juventus non ci fa una bella figura. Come non la fanno Milan e Inter quando San Siro si presenta a scelta risaia o campo di patate. Forse sarebbe meglio stanziare qualche plusvalenza in giardinieri e prendere lezione da quello di Buckingham Palace, che interrogato del perché di quel prato divino, rispose: «Lo tagliamo ogni giovedì. Da 500 anni».
Ebbene, in quel teatro da cantiere edile Juventus e Milan non sono riuscite a decollare. E la faccia incompiuta della partita è tutta in quella di Gennaro Gattuso, uomo generoso, calciatore fumantino, che a un certo punto ha commesso lo stesso fallo dell’interista Samuel contro l’Udinese e - come il nerazzurro - è stato espulso. Discorso finito? No, perché Gattuso non voleva uscire, ha intavolato con l’arbitro una trattativa sindacale, ha organizzato una protesta privata in stile Cgil.

«Parliamoci sopra», sembrava pretendere. «Io conto parecchio, gioco in una squadra importante, devi convincermi», sembrava pretendere. Semplicemente insopportabile. Fategli un bagno (gelido) d’umiltà. O un corso da aiuto-giardiniere.

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