Beata la suora antifascista angelo di san Vittore: per lei testimoniò Montanelli

Il giornalista depose al processo canonico per elevare agli altari Enrichetta Alfieri: «Ero nel quinto raggio, lei era buonissima e coraggiosa, le sarò grato per sempre»

Migliaia di persone attese in piazza Duomo, domani a Milano, per le tre beatificazioni: un missionario, un confessore e una suora, Enrichetta Alfieri, l'angelo di San Vittore. Nella «sua» infermeria del carcere, con l'Italia nella morsa del nazifascismo, si distribuivano i fondi alle carovane per la Germania, vitamine, medicinali, posta e indumenti. Ma si stabilivano anche contatti con l'esterno, avvertendo gli amici delle persone arrestate, di quelle minacciate, recapitando avvertimenti personali, e trasmettendo ai carcerati messaggi clandestini, aiuti in denaro, vestiti, alimenti da distribuire a tutti, senza distinzione di colori politici o religiosi. Per questo l'hanno ribattezzata l'Angelo di San Vittore, e domani verrà proclamata beata in piazza Duomo a Milano, con una cerimonia presieduta dal cardinale Angelo Amato.
Lei è Maria Angela Alfieri, suor Enrichetta, che rischiò con le sue suore per le vite degli altri, fino ad essere arrestata per spionaggio e condannata alla deportazione in Germania: aveva già in tasca il numero di matricola 3209 per il lager, quando il cardinale Schuster, supplicando Mussolini, riuscì a farle convertire la deportazione in condanna al confino. È stata l'Angelo di San Vittore per migliaia di sconosciuti, ma anche per persone poi divenute famose.
«Suor Enrichetta - ha raccontato Indro Montanelli nella sua deposizione per il processo di beatificazione - era una stupenda figura di religiosa, una suora buonissima e coraggiosa; le sarò grato per sempre; io ero al quinto raggio, quello degli isolati, non avrei potuto vedere nessuno, invece grazie a suor Enrichetta, attraverso un intrico di corridoi e cunicoli, riuscii per tre volte a incontrare mia moglie anche lei imprigionata e condannata a trenta anni. Suor Enrichetta - concludeva il celebre giornalista - era amatissima da tutti i detenuti; tutti noi ricevevamo, grazie alla sua regia bigliettini e informazioni».
Nel '44 Enrichetta, che era suora della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, permise al giovanissimo Mike Bongiorno, recluso dai nazifascisti come partigiano, di incontrare, segretamente e più volte, la madre detenuta nel reparto femminile.
L'opera dell'Angelo di San Vittore è stata riconosciuta già in molte sedi: nel 1951 ottiene la medaglia d'Argento per il Premio Stella della Bontà; nel 1955 gli Ebrei d'Italia le conferiscono un attestato di riconoscenza; il 28 settembre 1985 il cardinale Carlo Maria Martini esprime la riconoscenza della Chiesa di Milano alla memoria; il 7 dicembre 1991, il Comune di Milano assegna la Medaglia d'Oro di Benemerenza civica. Il 30 gennaio 1996 il cardinale Martini introduce la Causa di canonizzazione.
La futura beata nasce a Borgo Vercelli il 23 febbraio 1891. Il 20 dicembre 1911 si fa suora.

Il 24 maggio 1923 viene destinata al servizio a San Vittore, che durante la Seconda guerra mondiale diventerà sede delle S.S., e dove tra l'altro vengono condotti gli ebrei in attesa della deportazione. Muore il 23 novembre 1951.

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