Non solo bambini del terzo mondo che cuciono palloni o magliette per pochi centesimi da vendere poi nei negozi occidentali a prezzi più che decuplicati. Lo sfruttamento ha mille facce e passa attraverso mille canali. E adesso, dopo le recenti accuse (il quotidiano inglese Independent, riprendendo unindagine condotta dal periodico The Ecologist, ha parlato delle condizioni di vita da schiavi dei migranti che raccolgono le arance destinate a finire nelle lattine di aranciata) la «Coca cola» corre ai ripari contro lutilizzo degli agrumi raccolti da stranieri sfruttati per produrre la «Fanta» e disdice un contratto con unazienda di Rosarno che trasforma gli agrumi. «Dopo le notizie diffuse in queste ultime ore - ha spiegato il sindaco Elisabetta Tripodi- il proprietario di una azienda di Rosarno che si occupa della trasformazione della arance mi ha contattato telefonicamente per comunicarmi che la Coca Cola ha disdetto il contratto per tutelare la sua immagine. Questo significa che ora al danno si aggiunge anche la beffa». «Se questa notizia verrà confermata - ha aggiunto - la nostra economia subirà un devastante danno.
Il vero problema sulla produzione degli agrumi è che gli agricoltori non raccolgono il prodotto perché il prezzo è troppo basso. Questa situazione ha provocato un impoverimento di tutto il settore ed è ovvio che a risentirne siano anche i lavoratori».
«Se a questo scenario - ha concluso il sindaco - si aggiungono i possibili tagli delle commesse da parte della Coca Cola, allora rischiamo di trovarci in una situazione economica di grande difficoltà».
Duro don Pino De Masi, responsabile di Libera nella Piana di Gioia Tauro. «Non mi meraviglio che una multinazionale utilizzi le arance raccolte da lavoratori sfruttati per produrre i suoi prodotti. Queste grandi aziende pensano che tutto sia in perfetta regola ma in realtà dovrebbero sapere quanto accade nei nostri territori e le situazioni in cui lavorano queste persone. Bisogna boicottare tutte le multinazionali che sfruttano le situazioni di emarginazione».
Due anni fa a Rosarno, proprio per le condizioni di precarietà in cui vivono gli immigrati impiegati nella raccolta degli agrumi, ci fu una rivolta dei lavoratori stranieri e la successiva reazione degli abitanti, con decine di feriti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.