Un beffardo gentleman che seduce le donne e bacchetta la società

Al Manzoni di Milano grande prova di Gianfranco Jannuzzo e Daniela Poggi in «Divo Garry» di Coward. Humor e tenerezza per raccontare un dandy irriverente

Difficile sottrarsi al fascino ambiguo e insidioso delle battute a doppio taglio di un raffinato entertainer (così lui stesso si definiva) come Noel Coward. Il beffardo gentleman inglese della commedia sofisticata che per più di cinquant'anni, dagli anni Venti fino ai primi anni Settanta, dominò le scene di Londra e poi il palcoscenico di Broadway. Presentando con quello humour acidulo, ma velato di tenerezza, un'impagabile galleria di ricchi sfaccendati. Tra cui si contano lord impomatati e imbecilli, ladies integerrime e Miss di piccole virtù spesso contrastati da filosofi in veste di maggiordomi e da medium impiccione approdate nelle avite magioni di irreprensibili magistrati.
Ma attenzione: questa commedia umana surreale e fantastica, elevata all'ennesima potenza, non è che l'inverosimile dilatazione, giocata sul filo del paradosso, della prepotente personalità dell'autore. Che si diverte a moltiplicare i livelli del discorso e la psicologia dei caratteri per definire il suo incantevole personaggio di dandy spregiudicato e irriverente. Così nel Divo Garry, nuovo titolo di quell'Allegra verità, datata 1942, che tanto divertì i nostri nonni, assistiamo nei ritmi indiavolati della pochade all'avventura quotidiana di una star maschile fatua e capricciosa che ha deciso di rinverdire nella vita il mito di Don Giovanni sulle orme di George Bernard Shaw. Ma a differenza del Seduttore adombrato, quarant'anni prima del Divo Garry,in Uomo e superuomo, il protagonista di Coward non nutre tanto abissali ambizioni. Gli basta, dopo aver asservito al suo volere fanciulle disinibite e rapaci avventuriere, salpare per l'Africa - a quei tempi ancora una terra promessa - in compagnia della legittima consorte per rincorrere, protetto dal sacro vincolo, nuove spericolate occasioni.
Lo spettacolo che Francesco Macedonio ha ricavato da questa fiabesca cavalcata nell'assurdo è frizzante come una coppa di champagne.

Per merito assoluto, in questa carovana di caratteristi compiaciuti delle cascate d'ilarità che provocano al loro solo apparire, della verve di Gianfranco Jannuzzo che si prodiga come uno spiritato folletto sfuggendo con esagitati balzi da stambecco alle vogliose profferte di Daniela Poggi per approdare alle sorgenti della comicità pura.

IL DIVO GARRY di Noel Coward Regia di Francesco Macedonio, con Gianfranco Jannuzzo. Al Teatro Manzoni di Milano, fino al 3 marzo.

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