Caro Direttore,
oltre che un tuo ammiratore sono un tuo accanito lettore. Ho letto con raccapriccio larticolo di del 28 luglio e quello del mio amico Cesare Lanza su Belen. Il primo la definisce «eroina del nostro tempo», il secondo è molto preoccupato che non le facciano presentare Sanremo.
Sono tuttaltro che moralista, mi creda, ma ritengo che i cattivi esempi debbano essere sanzionati. E se una figlia, sorpresa da una mamma a drogarsi, rispondesse «che male cè, voglio essere come Belen»? Gli eroi sono altri, caro Caverzan. Piuttosto scriva una pagina sulleroico maresciallo Mauro Gigli, cui spero venga data una medaglia doro.
Grazie.
Gentile dottor Trecca,
capisco molto bene la sua preoccupazione essendo padre di due figli adolescenti ai quali, come lei dice, non conviene additare cattivi esempi.
Francamente non mi sembra di averlo fatto nellarticolo su Belen che non ho descritto come «eroina del nostro tempo» bensì come «prodotto perfetto del nostro tempo. Una vera eroina da fumetto». Mi pare ci sia una bella differenza. Inoltre ho sottolineato la differenza tra lei e Morgan che ha fatto lapologia della cocaina, mentre la soubrette, ammettendo luso sporadico in tempi lontani, «consapevole che sniffare fa male, con la sua testimonianza ha dato impulso alle indagini della magistratura» che hanno portato alla chiusura dei famosi locali milanesi.
Solo cronaca, dunque. Senza nessun modello e nessun esempio. E, quindi, magari anche un po meno raccapriccio.
Quanto alla fulgida testimonianza del maresciallo Mauro Gigli, il Giornale se nè occupato ampiamente anche con un commento di Giordano Bruno Guerri. Comunque, per quanto può valere, mi associo alla sua idea di conferirgli una medaglia doro.
Cordialmente,
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