da Milano
Tra tutti i Tg nazionali, pubblici e privati, il Tg3 è quello che ha la percentuale più bassa di cronaca nera. Quindi, dal punto di vista di Violante, il meno allarmistico. Ma il direttore Antonio Di Bella non si sente «il primo della classe».
Perché, ancora troppo spazio alle notizie di «nera»?
«No al contrario, ho lasciato laudizione promettendo di fare più cronaca nera. Il problema è cosa intendiamo con questo termine. Io penso ad esempio ai morti sul lavoro, ai casi di bancarotta di cui, come dice lex prefetto Serra, si parla troppo poco».
La commissione si riferiva in particolare alla criminalità violenta.
«Se linformazione ha una colpa non è certo quella di essere sanguinolenta, ma autoreferenziale: raccontiamo poco la realtà del cittadino. Però preferisco commettere errori cercando di raccontare il Paese reale piuttosto che limitarmi a un minuetto tra istituzioni virtuose».
Quindi le emergenze non sono inventate dai media?
«È fuorviante pensare a una realtà positiva e a una sua rappresentazione sproporzionata. Certo, dobbiamo sforzarci di raccontare meglio la cronaca. Però non dietro il pungolo politico, ma dopo una riflessione che riguarda la nostra categoria».
Cioè la politica ne stia fuori?
«Serve un dibattito dentro il mondo giornalistico, senza che la politica stabilisca quote nere o bianche».
È unanomalia questa audizione?
«Se lo scopo era raccogliere nuovi elementi ben venga, se invece lo scopo era - ma non credo - dare indicazioni alla stampa è sicuramente improprio».
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