Bella di notte e bella d’Europa "Il segreto: carattere e vittorie"

Moratti esalta la trasformazione dell’Inter, regina anche in Tv. Ecco i punti del boom nerazzurro: sei come il record di successi. Milito, Eto’o e Sneijder i nuovi leader. In 9 milioni al video: seconda solo a Sanremo

Per un giorno fuori dai complotti. Capita anche all’Inter. Stavolta è tempo di glorificazioni e qualche maledizione. Quelle di chi ha visto un arbitro compiacente, senza dimenticare il passaporto portoghese. Quelle di chi (immaginate?) teme fortemente che la squadra abbia già imboccato la via che porta alla finale di Madrid. Quelle di chi aveva scommesso sul Barcellona vincitore di Champions. Quelle di giornali e tifosi spagnoli, convinti di essere stati derubati (e allora cosa dovrebbero dire i tifosi del Chelsea?). L’Inter ha provato a rovinarsi la festa inventandosi il caso Balotelli, senza chiamare i pompieri. Anzi, delegando a Materazzi, noto professore di savoir faire, il piacere di agire per conto di...
Ma tanto non basta ad annacquare le glorificazioni. Ora più che mai questa squadra è vicina alla Squadra di Angelo Moratti. Ora più di sempre vicina all’idea di essere una Grande squadra. Che poi è diverso dall’essere Grande Inter. Idea certificata da Massimo Moratti che ha distribuito complimenti e buffetti a tutti (tranne ovviamente a Balotelli). Ed ha spiegato il segreto di una trasformazione: «Avevamo il diritto di pensare che questo gruppo potesse arrivare a tali risultati, con l’apporto di un allenatore molto serio e di tanti giocatori serissimi e bravissimi. Mourinho ha parlato di un’Inter finalmente grande anche in Champions perchè, prima, pure con lui, non aveva il carattere che ora sta dimostrando di possedere, grazie alle vittorie, alle soddisfazioni e all’ottima preparazione delle gare».
Nella lettura del presidente ci sono alcuni dei sei punti che hanno regalato una faccia diversa. Ha ragione Mou quando dice: «Comunque vada a Barcellona, avremo la testa alta. L’Inter, in Champions, era una piccola squadra ed ora è diventata grande. E nessuno potrà negare questa trasformazione».
Sei punti come le sei vittorie consecutive che fanno record: il primo (5 successi) capitò proprio nell’anno della prima coppa dei Campioni. Se sono segnali... Ma non basta la statistica.
Primo punto. Moratti ha segnalato la capacità dell’allenatore di regalare carattere, un lavoro sulla testa e sul cuore. Solo con Balotelli ha fatto cilecca. (Stranamente? Mah!). Ora la squadra non ha più paura di perdere, conosce la via della vittoria, non si perde neppure davanti ai gol avversari.
Secondo punto. Chi vince impara a vincere. I successi con il Chelsea hanno regalato la certezza, gli altri sono stati fiocchetto ad incartare una sicurezza. Il successo sul Barcellona, che resta la più grande squadra del mondo, un ingresso d’onore nell’Olimpo di grandi formazioni. Ci voleva per ripartire da un gradino più alto nel valutare e classificare questa Inter.
Terzo punto. Finalmente c’è una leadership, che non è quella di Mourinho come vorrebbe il qualunquismo galoppante. L’Inter non aveva leader in campo, ora ne ha tre in nome dell’unione che fa la forza. Il Barcellona si riconosce in Messi e magari in Xavi. L’Inter li ha trovati in Sneijder (uno scarto del Real), in Eto’o (un ripudiato del Barcellona) e in Milito che non ha pedigree così nobile, ma è il vero Principe e condor del gol. Ciascuno, a modo suo, porta un mattone: Milito pensa alle reti, Sneijder procura imprevedibilità, Eto’o è un goleador tramutato in Domenghini dei tempi moderni: umile e costruttivo. L’umiltà, figlia della loro grandezza, è la stella cometa che li conduce.
Quarto punto. Detto con Moratti: ora la squadra ha uno stile di gioco. Piaccia o non piaccia, lo sai (e lo puoi) riconoscere. È un merito del tecnico e dei giocatori che hanno saputo mettere a disposizione le loro qualità.
Quinto punto. La forza difensiva che regala tranquillità agli altri. Capita che anche l’Inter perda, ma Lucio e soprattutto Samuel sono le casseforti di casa. Julio Cesar quest’anno sta traversando periodi in chiaro-scuro, però limita gli errori e non se ne fa condizionare.
Sesto punto. Aver migliorato la squadra con acquisti azzeccati. Il primo anno è stato quello degli errori. Questo ha permesso a Mourinho di rifare la faccia nerazzurra e salvare la sua.
Questa è l’Inter bella di notte. Di giorno lo è un po’ meno (vedi campionato). Sembra quasi contraddittorio. Ma è la sua forza: non lasciarsi prendere dalla depressione.

E se non sta vincendo la serie A, sta facendo corsa di testa nell’audience televisivo: martedì oltre 9 milioni di telespettatori, oltre il 30 per cento di share. Quest’anno tien botta solo il festival di Sanremo. Il solito testa a testa che piace all’Inter.

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