da Roma
Ci sono le donne del principe e le donne del politico. Ci sono Vesna, Monica e Sonia, o le ragazze dello Yoga club di Milano, pronte a rispondere alle chiamate di Vittorio Emanuele di Savoia per assecondare i suoi desideri. Anche se il «principe» per la verità è spesso perplesso dalle tariffe delle prostitute, considerate troppo elevate, e anche da alcune precauzioni «sessuali» che trova insolite ma, confessa ai suoi assistenti e procacciatori di donne, anche «divertenti».
Ma ci sono anche Maria, Stella e Valentina, Elisabetta e Kimberly, che invece hanno conquistato o sognano un posticino nello star system nostrano, e che chiamano il portavoce di Fini, Salvo Sottile, per una spintarella o una buona parola con produttori e agenti. Volti noti, in qualche caso, come Elisabetta, che vogliono solo essere più noti. Altri che inseguono, come Stella, lambizione di sfondare nel cinema, e per i pm potentini vengono «costrette» a concedere prestazioni sessuali in cambio di un posto al Centro sperimentale di cinematografia di Roma o di una comparsata in qualche programma del pomeriggio.
LE RAGAZZE «PROVA»DEL REATO
Per i magistrati lucani, nelluno come nellaltro caso, le ragazze sono la prova di un reato, che sia sfruttamento della prostituzione o concussione sessuale. Questultima ipotesi, che prevede la costrizione delle «vittime», è potenzialmente fragile. E infatti il gip mette nero su bianco che le ragazze «venivano indotte a erogare i suddetti favori perché ben consapevoli che quello era l'unico modo per affermarsi nel difficile mondo dello spettacolo», e argomentando che «a tal riguardo la Cassazione ha affermato come lo stato di soggezione del soggetto passivo della concussione non deve concretarsi in una eliminazione totale della sua volontà, essendo sufficiente che questa sia comunque condizionata dal metus publicae potestatis».
«VALE DAVVERO LA PENA»
Di certo il tenore delle conversazioni di Vittorio Emanuele che, in vista di una visita a Roma con puntata al Vaticano, chiede all«assistente» Narducci «allora, o lei mi trova una pucchiacca o mi trova una suora», o domanda istruzioni su come ottenere uno sconto in una casa chiusa milanese («cho tre quarti dora e volevo andare a puttane»), non è affatto regale. E sono discutibili anche le conversazioni sul giro di raccomandazioni in Rai e nel mondo dello spettacolo. Sottile chiede «bambine nuove», commenta con un certo Lorenzo le misure troppo generose dalla cintola in giù di Stella, «compatta come la Smart», che è «roba fresca» perché ha solo 22 anni. Manda a prendere Elisabetta Gregoraci dallautista per convegni amorosi che per i magistrati si tengono persino a Palazzo Chigi o alla Farnesina. Parla con Cristiano Malgioglio dei lavori da far fare a una certa Kimberly, «Bella, brava, intelligente», la descrive Sottile, prima di aggiungere «disponibile». Cè Valentina con cui «vale davvero la pena» e che dunque viene consigliata anche agli amici.
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