Dopo aver incassato la cifra record di circa trenta milioni di euro nei cinema francesi e averne racimolati quasi sette nei nostri, la pellicola "Belle & Sebastien" non poteva che avere un seguito. Ecco quindi arrivare nelle sale, in prossimità delle festività natalizie, il secondo capitolo di quella che a quanto pare sarà una trilogia. Il regista Nicolas Vanier cede il posto al canadese Christian Duguay, ma la poetica del progetto non ne risente e il risultato è una favola per famiglie che, al netto di qualche retorica ed ingenuità di troppo, riesce a coinvolgere e a trasmettere buoni sentimenti.
Siamo ancora sulle Alpi francesi. Sono trascorsi un paio d'anni, la Seconda Guerra Mondiale è terminata e il piccolo Sebastien (Felix Bossuet), attende assieme a Cesar (Tcheky Karyo), il suo nonno acquisito, il ritorno di Angelina (Margaux Chatelier), pluridecorata per i servigi resi alla Resistenza. Purtroppo però la giovane si trova a bordo di un aereo che precipita incendiando la foresta e viene data per morta. Solo Sebastien è convinto che sia sopravvissuta e, per recarsi sul luogo dell'incidente con Belle, fedele amica a quattro zampe, chiede aiuto a un pilota (Thierry Neuvic) che si rivelerà essere suo padre.
Con questo secondo episodio, a livello di trama, ci si allontana ulteriormente dal materiale originale della scrittrice Cécile Aubry e dalla sua amata serie di racconti: mentre il primo film verteva sulla nascita dell'amicizia tra la gigantesca Belle e il solitario Sebastien, ora il focus è sul rapporto tra il ragazzino e un genitore di cui ignorava l'identità. I rapporti umani vengono sviluppati maggiormente, così come le scene d'azione. A venire sacrificati, nel gioco degli equilibri, sono stavolta gli scorci naturalistici dalla bellezza mozzafiato che avevano caratterizzato la prima pellicola e la figura di Belle, relegata qui a spalla. Sebastien ha nella cagnolona non più una coprotagonista quanto un angelo custode pronto a proteggerlo in ognuna delle prove di coraggio che si trova ad affrontare, sia che si tratti di attraversare boschi infuocati sia di affrontare orsi furiosi.
Siamo davanti ad un film a misura di bambino, in cui l'antagonista è incarnato da una natura potente e maestosa.
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