Il Belpaese dei minimusei

Dai percorsi artistici all’aria aperta di Volpedo alle mummie di Ferentillo, ce n’è per tutti i gusti

C’è almeno una buona ragione per fare una gita fuori porta in questi giorni di ponti e festività. Andare alla scoperta dei musei di nicchia, spesso poco conosciuti ma non per questo meno belli e importanti. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Gli appassionati di arte non possono perdersi l’unico museo en plein air dedicato all’icona del divisionismo italiano, Giuseppe Pellizza. Un itinerario inaugurato tra il 2000 e il 2001 a Volpedo, in provincia di Alessandria, che vede disposte in punti strategici delle vie del paese le riproduzioni di alcune delle opere più significative dell’artista che studiò all’Accademia di Brera, ma che scelse di vivere e lavorare nel paese natale.
Ai piedi delle colline tortonesi, tra fiori di pesco e rogge campestri, il visitatore ha l’opportunità di visitare i luoghi che ispirarono a Pellizza opere come il Quarto Stato, impegnata rappresentazione dell’emergente classe contadina preceduta dai suggestivi Ambasciatori della fame e Fiumana, ma anche la celebre Processione, oggi custodita al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. E, poi, lo studio dell’artista, adiacente all’abitazione, e il Museo didattico, parti integranti di questo affascinante museo a tappe (info: pellizza.it).
Dalle pennellate divisioniste alle più recenti realizzazioni in legno e in ferro di un Mastro Geppetto di oggi: lo schivo e geniale scultore Lino Gentili, cui è dedicata una Casa museo a Tolentino, in provincia di Macerata. Gentili ricava da tronchi di teak e mogano eleganti oggetti di design, come tavoli dai pianali in vetro e sedie totem dallo schienale alto e stretto, dalle forme un po’ geometriche e un po’ tribali. Mentre le sue originalissime sculture, realizzate manualmente con fiamma ossidrica e saldatrice, incarnano un percorso che raffigura le varie fasi della vita dell’uomo, sempre in bilico fra concretezza e spiritualità. Dall’Alchimista al Giocoliere fino all’Uomo in draisina (il prototipo della moderna bicicletta), il visitatore può ammirare da vicino la sapiente manualità del falegname artista più famoso nel mondo (le sue opere si trovano in Svizzera, Francia, Germania, Australia e Stati Uniti) che, solo su prenotazione, vi guiderà personalmente nella visita alla più bella delle sue esposizioni (sito: web.tiscali.it/foxart).
Ma forse non tutti sanno che a Tolentino ha sede anche il Museo internazionale della caricatura, il più importante d’Europa. Nato nel 1970 e ospitato nel bel Palazzo Sangallo, è indissolubilmente legato alla Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte, appuntamento che si tiene negli anni dispari fin dal 1961 ed è visitato da appassionati e addetti ai lavori da ogni parte del mondo e che, da qualche anno, viene allestito appena fuori città, nello splendido Castello della Rancia. Oltre tremila opere originali di caricaturisti del calibro di Daumier, Rabelais, Caran D’Ache, Folon, oltre a Jacovitti, Forattini, Altan e Fellini, accompagnano il visitatore in un percorso storico e didattico dall’antichità ai giorni nostri attraverso incisioni e stampe d’epoca, sculture, disegni e un ricchissimo archivio di giornali satirico umoristici. Fumetti inclusi (tolentinonline.com/caricatura).
Nella zona delle colline metallifere toscane, a Pomarance, c’è invece il Museo della Geotermia di Larderello. Fondato negli anni Cinquanta e di proprietà di Enel GreenPower, ripercorre la storia dell’unico geyser nostrano dallo sfruttamento termale di epoca romana a quello chimico di fine Ottocento, fino al più recente impiego per produrre energia elettrica. Su richiesta è possibile assistere al suggestivo spettacolo dell’apertura di un soffione artificiale che pesca il vapore geotermico a una profondità di oltre 700 metri (per informazioni: enel.it/attivita/energia/energia_da_vivere/Musei).
Ad alta tensione è l’unico museo delle mummie italiano, che si trova a Ferentillo, delizioso borgo medievale in provincia di Terni. Ospitato nella cripta della chiesa di Santo Stefano, attira ogni anno migliaia di visitatori di ogni nazionalità. Qui è possibile avventurarsi in una visita guidata fra teschi e scheletri databili tra il Cinquecento e l’Ottocento, con parti del corpo mummificate naturalmente grazie alla particolare ventilazione del locale e all’azione nel terreno di uno speciale microrganismo, che garantisce una conservazione particolare alle salme. Fanno parte della collezione del museo, tra gli altri, il corpo di una giovane sposa con abito bianco, quelli di una coppia dalla fisionomia orientale (forse sorpresi dal colera durante il cammino verso Roma), un campanaro precipitato dalla torre e un soldato napoleonico impiccato.

Tutti in teche di vetro che mostrano dentature e fasce muscolari miracolosamente intonse, ciuffi di peli e capelli e brandelli di abiti.
E, per chi ama le colline senesi, c’è il Parco sculture del Chianti, esposizione di opere di artisti contemporanei, italiani e stranieri, realizzate appositamente per il bosco di lecci e querce di Pievasciata.

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