Ben Harper il bluesman abbonato alla hit parade

Ben Harper il bluesman abbonato alla hit parade

Antonio Lodetti

da Milano

Provate ancora a chiamarlo artista di culto. Lui che è partito sull’impervia strada del blues acustico (aprendo i concerti di Ray Charles e Wilson Pickett) attualizzandolo e «tagliandolo» con le palpitanti pulsioni del rock e del funky. Lui che, in tempi di vacche magre, si permette di incidere con i fedeli Innocent Criminals il doppio cd Both Sides of the Gun e di portarlo nel giro di una settimana in vetta alla hit parade italiana sorpassando a tutta birra il re pinkfloydiano David Gilmour.
Ma lui non è uno qualunque, si chiama Ben Harper, l’antidivo che fa tendenza e che, con un sound per nulla commerciale, con testi rabbiosi e tormentati, porta la musica di qualità al grande pubblico. Non è una notizia né tantomeno un exploit. Harper lo ha già fatto un paio d’anni fa, strapazzando tutti (e vincendo anche due Grammy) con There Will Be a Light, album a tempo di gospel registrato con i gloriosi Blind Boys of Alabama. La notizia piuttosto è che - in tempi in cui ognuno costruisce la sua compilation personale comprando singoli brani da I Tunes - riesce ad inchiodare l’ascoltatore con diciotto pezzi dal fraseggio ora ruvido e impetuoso (Both Sides of The Gun, Black Rain canto di denuncia contro la leggerezza del governo americano nell’emergenza dell’uragano Katrina, la furente urgenza blues di Gather ’Round the Stones contro la guerra) ora morbido e incalzante (Morning Yearning, More Than Sorry, la ballata romantica Happy Everafter In Your Eyes, lo strumentale che profuma di Mississippi Sweet Nothing Serenade).
«Ho sempre canalizzato le differenti direzioni che prende la mia musica in un solo cd - racconta Harper - ma stavolta no, il passaggio da una ballad a un pezzo rock risultava troppo violento, come prendere in faccia un secchio d’acqua fredda». Così ha tirato fuori dal suo cilindro nove brani veloci e nove più intimisti, «tuttavia non mi piace chiamarli disco hard e disco soft, perché a volte la parte che dovrebbe essere tenera e inoffensiva colpisce con maggior forza». La ricetta sembra semplice - brillante virtuosismo chitarristico, un pizzico di slancio evangelico, un po’ di sensualità, fiere radici nella black music - ma è vincente nel dipingere un affresco dell’America odierna che affascina sia i neri che i bianchi, artisti compresi.

Non a caso Ben Harper ha scoperto il nuovo fenomeno della musica acustica, il giovane hawaiano e campione di surf Jack Johnson e nella sua tournée estiva ospiterà il «reggae man» figlio d’arte Damian Junior Gong Marley.
Per vederlo in Italia bisognerà attendere il 16 luglio, giorno in cui il chitarrista con gli Innocent Criminals aprirà il suo tour italiano con uno scintillante concerto al Pistoia Blues festival.

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