Ben Stiller fra i tirannosauri fa ridere soltanto i più piccoli

Con Una notte al museo di Shawn Levy, Ben Stiller raggiunge l'ultima area di pubblico che gli mancava: quella sotto i dieci anni. Ci riesce al primo colpo, a giudicare dagli incassi americani, ma senza fare nulla che non abbia già fatto ed è un peccato, perché ha una bella inventiva. Il suo personaggio è quello, abitudinario nell'ultimo decennio (da quando Hollywood, imbeccata da Washington, s'è data a rivalutare il ruolo paterno nelle famiglie sfasciate) del padre divorziato e perdente. Come nella Ricerca della felicità di Muccino, al quale Una notte al museo ha strappato il primato di incassi americani, il personaggio principale è un trentenne che cerca riscatto agli occhi del figlioletto. La sua second chance verrà da mansioni di guardiano in un museo, dove personaggi ed animali esposti si animano dal tramonto all'alba, grazie alla placca dorata del sarcofago di un faraone.

Fra scheletri di tirannosauri dediti al riporto canino, mammut e renne, pretoriani e cow boy (fra loro, Owen Wilson), unni dal cuore di bambini, lo spettacolo è sconclusionato, ma brioso. Fra i guardiani disonesti, due pezzi di storia del cinema: Mickey Rooney e Dick Van Dyke.

UNA NOTTE AL MUSEO di Shawn Levy (Usa, 2006), con Ben Stiller, Owen Wilson. 90 minuti

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