Bene i Btp e i corporate

I Bot offrono sempre meno: nell’ultima asta di febbraio il Buono del Tesoro annuale ha segnato il minimo storico all’1,37% lordo. Per spuntare un rendimento più sostanzioso le famiglie italiane devono puntare sui Ctz (che offrono attualmente l’1,92% lordo) o spostarsi sui Btp a 3 o a 5 anni (per rendimenti rispettivamente del 2,86% e del 3,20%). Tuttavia sottoscrivere i Btp e venderli prima della scadenza potrebbe esporre il risparmiatore a perdere una parte del capitale investito in quanto il prezzo del Btp segue ogni giorno l’andamento dei tassi di interesse.
Per incrementare il rendimento del portafoglio si possono utilizzare le obbligazioni societarie (o corporate bond) di buona e discreta qualità (quelle con rating non inferiore a BBB) i cui extra rendimenti rispetto ai titoli di Stato hanno superato i livelli più alti toccati nelle precedenti crisi del Dopoguerra. Una quota di corporate bond tra il 10% e il 35% del proprio giardinetto a reddito fisso in funzione della propensione al rischio ci può stare.

A patto però di evitare il fai-da-te e di affidarsi a un fondo comune specializzato o a un Etf corporate bond: in questo modo si diversifica l’investimento in decine di emittenti e in centinaia di titoli. In caso contrario per ridurre i rischi, occorre acquistare almeno una decina di titoli diversi e tenerli fino alla scadenza.

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