«Bene l’azione di governo Ma ora avanti con le riforme»

Roma«La fiducia non si ricostruisce con la falsa speranza, ma neanche senza speranza: uscire da questa crisi più forti è possibile». Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nelle Considerazioni finali presentate all’assemblea annuale ha disegnato uno scenario economico che, seppur problematico, potrebbe consentire all’Italia di rafforzarsi. Ci sono «segnali incoraggianti» anche se «molto resta ancora da fare» per «sanare la ferita che la crisi ha aperto».
La crisi e l’Italia. «In Italia - ha detto Draghi - la crisi mondiale determinerà, secondo le previsioni più aggiornate, una caduta del pil di circa il 5% quest’anno». Ma per uscire dalla recessione e ritornare a una «crescita duratura» occorre anche «che la debolezza del mercato del lavoro non si ripercuota ancora più duramente sui consumi interni e che si rafforzi la struttura del nostro sistema produttivo».
Azioni opportune. «Opportunamente il governo ha già incluso tra le misure anticrisi meccanismi temporanei di sostegno al reddito che agiscono anche in caso di sospensione dell’attività nelle imprese non coperte dalla cassa integrazione». Gli ammortizzatori sociali e la difesa dei posti di lavoro per non danneggiare i consumi interni rappresentano una priorità. Anche per questo motivo il governatore ha accolto favorevolmente le azioni intraprese dall’esecutivo.
Rischi. «I lavoratori in cassa integrazione e coloro che cercano una occupazione sono già oggi intorno all’8,5% della forza lavoro, una quota che potrebbe salire oltre il 10», ha aggiunto Draghi. Anche se gli interventi governativi (bonus famiglie e incentivi) «stanno fornendo un temporaneo ausilio», è necessario non mollare la presa. Va colta quindi l’occasione per una riforma «organica e rigorosa» degli ammortizzatori sociali disegnata attorno a una revisione della cassa integrazione e della indennità di disoccupazione, oltre a un credito di imposta per i bassi salari. Situazioni già adombrate dal Libro bianco del ministro del Welfare Sacconi.
Imprese. «Le aziende finanziariamente più solide attutiscono l’impatto dell’avversa congiuntura», ha sottolineato il governatore, ma le più piccole sono a rischio sopravvivenza. «Una mortalità eccessiva che colpisca per asfissia finanziaria» anche aziende potenzialmente competitive è «un grave rischio per la nostra economia».
Finanziare la ripresa. «Non si può chiedere alle banche di allentare la prudenza nell’erogare il credito; non è nell’interesse della nostra economia» un sistema bancario che metta a rischio bilanci e fiducia dei risparmiatori. Il rigore nei conti degli istituti di credito è un obiettivo irrinunciabile anche se a fatica può collimare con gli auspici del ministro dell’Economia Tremonti che ha chiesto alle banche uno sforzo maggiore. Secondo Draghi è anche compito dello Stato favorire un miglioramento delle condizioni.
Cose fatte bene. Le iniziative di potenziamento del Fondo di garanzia per le pmi adottate dal governo «possono rafforzare il sostegno delle banche alle aziende di minore dimensione». Analogamente, il governatore Draghi ha espresso apprezzamento per le misure anticrisi dal governo Berlusconi come i fondi messi a disposizione da Cassa depositi e prestiti e da Sace e come la riduzione dei tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione. Ok al piano-casa che contribuirà alla «ripresa degli investimenti» come l’accelerazione alle opere pubbliche. Auspicabile invece una sospensione temporanea del versamento all’Inps del Tfr non destinato ai fondi.
Riforme. Ma con il pil in calo l’incidenza del debito è destinata a tornare ai valori dei primi anni ’90. ecco perché occorre «agire su due fronti»: riequilibrare i conti pubblici e attuare riforme da tempo attese. Bisogna introdurre «misure di riduzione della spesa corrente» (giunta al 50% del pil) e adoperarsi per «un graduale aumento dell’età media effettiva di pensionamento» che innalzerebbe reddito disponibile e produttività.
Federalismo e pa. Ugualmente importanti sono «l’attuazione del federalismo fiscale che dovrà contribuire al contenimento della spesa» e la riforma della pa del ministro Brunetta dalla quale «molto ci si aspetta».
Banche. Gli stress test (la valutazione degli effetti di un deterioramento del credito) sui bilanci delle banche hanno mostrato che gli istituti italiani possono «resistere anche a scenari più sfavorevoli».

Ma il rafforzamento del patrimonio è «essenziale» per mantenere i flussi di credito e competere alla pari in Europa. «Occorre - ha concluso - limitare la distribuzione degli utili» e utilizzare strumenti pubblici come i Tremonti-bond.

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