Benedetto XVI fa le riforme La curia diventa più snella

Ratzinger accorpa due dicasteri: il Dialogo interreligioso confluisce nella Cultura. E il Consiglio dei Migranti finisce con Giustizia e Pace

Andrea Tornielli

da Roma

Ieri il Papa ha concluso gli esercizi quaresimali e la Sala Stampa ha comunicato la sua decisione di accorpare due pontifici consigli: come il Giornale ha già anticipato in occasione della nomina a nunzio in Egitto di monsignor Fitzgerald, Benedetto XVI ha affidato «per ora» la presidenza del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso al cardinale Paul Poupard, che guida il dicastero della cultura. Qualcosa di simile è accaduto per il pontificio consiglio per i migranti: il Papa ha accettato le dimissioni per raggiunti limiti d’età presentate dal cardinale giapponese Stephen Fumio Hamao e ha accorpato il dicastero, affidandone la presidenza al cardinale Renato Martino, presidente del consiglio per la Giustizia e la pace. Il fatto che in entrambi i casi, le nomine – che affidano a due porporati già alla guida di dicasteri vaticani altrettanti incarichi – siano state presentate con la formula «per ora», sta a indicare che in futuro la situazione cambierà. E sta a indicare, a detta di molti osservatori, che sia il pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, sia quello per i migranti, verranno probabilmente soppressi e assorbiti in altri organismi. La decisione di accorpare il dicastero del dialogo tra le religioni a quello per la cultura è stato presentato in questo modo: «al fine di favorire un dialogo più intenso fra gli uomini di cultura e gli esponenti delle varie religioni». Benedetto XVI aveva dei dubbi, evidentemente, sull’utilità di quell’ufficio così com’era stato fino ad oggi gestito.
Alla base degli accorpamenti c’è la volontà papale di snellire la burocrazia della Curia romana, accorpando e semplificando. Un’idea che egli aveva più volte espresso quando era cardinale, e che prelude ad altri importanti cambiamenti, i quali avverranno con tutta probabilità dopo la sostituzione – data ormai per probabile subito dopo Pasqua – del cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato. Colui che prenderà il suo posto, dovrà gestire la riforma della Curia.


«Benedetto XVI riserva sempre sorprese», ha detto in un’intervista a Der Spiegel il cardinale Karl Lehmann, presidente dei vescovi tedeschi, «sono curioso di vedere se a breve metterà mano alla riforma della Curia. Tra i vari uffici della Curia ci sono cose che richiedono una migliore armonizzazione».

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