Benedetto XVI a Wadowice: Wojtyla sarà santo

A Cracovia l’incontro con un milione di giovani e oggi ad Auschwitz

Benedetto XVI a Wadowice: Wojtyla sarà santo

Andrea Tornielli

nostro inviato a Wadowice (Polonia)

Wojtyla non sarà «santo subito», ma presto sì. Ieri Benedetto XVI ha ripetuto per ben due volte di «pregare» perché questo avvenga, visitando nella penultima giornata del suo viaggio in Polonia i luoghi più cari al predecessore. A Wadowice, nel paese natale di Wojtyla, il Papa è stato accolto sotto un cielo plumbeo da 25mila fedeli. «Wadowice», è anche una delle ultime parole pronunciate in pubblico da Giovanni Paolo II, che dalla finestra del Gemelli il 13 marzo, pochi giorni dopo l’intervento di tracheotomia, aveva salutato alcuni connazionali. Appena arrivato, accompagnato dal cardinale Stanislao Dziwisz, Papa Ratzinger ha sostato in preghiera al fonte battesimale di Wojtyla, poi ne ha visitato la casa-museo. Finalmente, dopo aver firmato un paio di registri, Benedetto XVI si è affacciato sulla piazza che accolse per l’ultima volta Wojtyla nel giugno 1999.
«Sono giunto con grande commozione nel luogo di nascita del mio grande predecessore», ha detto Ratzinger, ricordando, con le parole di Goethe, che «chi vuole comprendere un poeta, dovrebbe recarsi nel suo paese». «Mi sono voluto fermare proprio qui, nei luoghi dove la sua fede si è destata ed è maturata, per pregare insieme con voi affinché venga presto elevato alla gloria degli altari». Un grande striscione nero e giallo, all’ingresso di Wadowice, portava la scritta «Santo subito» e la stessa espressione era ripetuta in un altro gigantesco tabellone che incombeva sulla piazza. Benedetto XVI si è quindi spostato al santuario di Kalwaria, dove Karol da bambino seguiva le sacre rappresentazioni della Passione. Qui ha sostato in preghiera davanti al quadro della Madonna. Da questo luogo, nell’agosto 2002, Giovanni Paolo II disse: «Chiedo preghiere qui per me, durante la mia vita e dopo la mia morte». «Ho voluto fermarmi qui per pregare secondo quella sua richiesta», ha spiegato Ratzinger. La folla radunata davanti al santuario lo ha accolto scandendo slogan in tedesco: «Noi ti amiamo!». Commosso di fronte a queste manifestazioni di affetto Benedetto XVI ha ripreso il microfono e ha detto in italiano: «Vorrei dire che anch’io, come il caro cardinale Dziwisz, spero che la Provvidenza ci conceda presto la beatificazione e la canonizzazione del nostro caro Giovanni Paolo II».
Quale valore dare a queste parole del Pontefice, pronunciate di fronte a una folla entusiasta che l’ha accolto con un calore simile a quello per Wojtyla? «Per ora prendiamo alla lettera quello che ha detto – commenta il portavoce Joaquín Navarro-Valls, smentendo che vi siano rapide decisioni in arrivo – e cioè come un desiderio e al tempo stesso una preghiera: non si può andare oltre». Benedetto XVI ha infatti derogato alla regola dei cinque anni dalla morte che devono trascorrere prima dell’apertura del processo canonico, ma ora vuole che la causa segua il suo iter normale: non si prevede che si possa arrivare alla beatificazione prima di tre-quattro anni.
Alla fine della mattinata, il Papa ha visitato il santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki, a Cracovia. Ad attenderlo molti malati: Benedetto XVI si è intrattenuto a lungo soprattutto con i bambini sofferenti. Nel pomeriggio l’incontro con quasi un milione di giovani nel grande parco di Blonie. Il Papa li ha invitati a costruire la loro vita «sulla roccia» e ha chiesto loro di non lasciarsi «illudere da quelli che vogliono contrapporre Cristo alla Chiesa».

«Non dimenticate – ha concluso – che né quel Pietro che sta osservando il nostro incontro dalla finestra di Dio Padre, né questo Pietro che ora sta dinanzi a voi, né nessun Pietro successivo sarà mai contro di voi».
Oggi l’atteso appuntamento di Auschwitz: il Papa tedesco parlerà del «silenzio di Dio» e si rivolgerà direttamente a lui per chiedere il significato del terribile Olocausto che si è consumato in questo luogo.

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