da Milano
«Il nostro obiettivo è lindipendenza di Mediobanca», dice Alessandro Profumo, offrendo un siparietto a Cesare Geronzi dopo lassemblea di Confindustria di ieri: «Dico bene Cesare?», chiede lad di Unicredit. «Sì assolutamente», approva il presidente di Capitalia. «Insieme avevamo il 18% e insieme scenderemo al 9%. Non vedo cosa possa cambiare, non vedo quale possa essere il problema», aggiunge Profumo.
Intanto sono già partiti i sondaggi informali per valutare la disponibilità degli attuali soci di Mediobanca ad acquistare la quota, pari a circa l8,9%, che verrà ceduta da Unicredit e Capitalia. La cessione delle due banche imporrà un ridisegno complessivo del patto di sindacato di Mediobanca, allo scopo di preservare gli equilibri esistenti. La quota, che sarà collocata tra agosto e settembre subito dopo lok delle due assemblee dei soci alloperazione, dovrebbe essere redistribuita agli attuali soci del patto pur non impedendo nuovi ingressi selezionati.
Ennio Doris ha già dichiarato al Giornale che la sua Mediolanum è molto interessata a intensificare i rapporti con Mediobanca. Sia Mediolanum sia Commerzbank, entrambi soci del gruppo «A» dei bancari, potrebbero acquistare l1% a testa, mentre al gruppo dei soci esteri guidati da Vincent Bollorè, oggi poco sotto il 10%, ma con facoltà di salire fino all11%, potrebbe andare l1,2-1,3 per cento. Sul fronte dei nuovi ingressi, alla famiglia Benetton potrebbe andare l1,5%. Ieri, a margine dellassemblea di Confindustria, Alessandro Benetton ha dichiarato che un eventuale ingresso in Mediobanca verrà valutato quando ci sarà unofferta formale in questa direzione.
Sul restante 3,6%, per ora lipotesi prevalente è che venga spalmato sugli altri soci del patto. Tra questi Salvatore Ligresti (che tramite Fondiaria-Sai già controlla il 3,8%) avrebbe espresso interesse a crescere.
Per il momento resterebbero escluse dalla redistribuzione la Fininvest e le fondazioni, che pure hanno mostrato disponibilità a entrare in Piazzetta Cuccia.
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