da Liverpool
Neppure unimprobabile vittoria in Champions League potrebbe ormai salvare la panchina di Rafael Benitez. Scaricato dalla proprietà e fischiato da Anfield, il tecnico spagnolo si è incamminato lungo il viale di un precoce congedo. Nonostante un contratto in scadenza nel 2010, due finali europee in tre anni, una Fa Cup e la possibilità questa sera di battere i campioni dItalia. Il suo destino è segnato, lontano da Anfield. Benitez paga i contrasti (via mezzo stampa) con gli azionisti statunitensi Tom Hicks and George Gillett Jr., ma soprattutto una stagione fin qui pessima: lontanissimo dalla testa in Premier League (-19 punti seppur con una gara da recuperare), umiliato in coppa dal Barnsley, squadretta di seconda divisione. Abbastanza per licenziarlo subito se non restasse la Champions, e il quarto posto in campionato, a cui aggrapparsi. Perché, come ha ammesso Carragher, uno dei leader dei Reds, «questa crisi va avanti da troppo tempo». Dallultima gara del 2007 ad oggi Gerrard e compagni hanno vinto due sole volte, cinque pareggi e due sconfitte. Un collasso che ha trasformato quella che doveva essere la stagione del consolidamento ai vertici in un precipizio senza fondo.
Contro lInter, Benitez accantona labituale turn-over per affidarsi alla stabilità dei migliori. Rispetto allultima uscita rientrano Gerrard, Reina, Mascherano ma soprattutto Fernando Torres, 18 gol stagionali, un talismano con lobbligo del gol. «Non posso rimproverare nulla ai miei giocatori sotto laspetto dellimpegno - le parole di Benitez -. Ma ormai è un mese che ripeto sempre la stessa cosa: dobbiamo sfruttare meglio le occasioni da rete». Lincerto futuro di Benitez pare segnato indipendentemente dalleventuale cessione del club al consorzio Dubai International Capital, ma linteressato si sforza di non pensarci. «Lunica mia preoccupazione è di vincere la prossima partita. Non so quanti allenatori conquistino tutti gli anni la Champions League. Dobbiamo migliorare questa squadra, ho a disposizione una rosa di giovani interessanti che però devono ancora maturare.
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