RomaSpiragli e rassicurazioni sugli aiuti alla Grecia che arrivano dal Fondo monetario internazionale e persino dalla Germania, non bastano a rasserenare il clima. Le notizie di ieri - un piano di aiuti per Atene che nel triennio supererà i 135 miliardi di euro e la attesissima disponibilità di Berlino a fare la sua parte - sono state quasi annullate da una nuova decisione di unagenzia internazionale di rating. Standard & Poors ha abbassato il giudizio sulla Spagna ad «AA» da «AA+». Loutlook riflette le possibilità di ulteriore taglio dellindice che misura laffidabilità del Paese se la posizione di bilancio dovesse deludere le attese. Comunque, ha assicurato un analista dellagenzia, la capacità di onorare i debiti della Spagna è intatta.
Il declassamento ha avuto ripercussioni sui mercati finanziari, con perdite nelle Borse europee che vanno dal -0,3% del Ftse di Londra al -2,99% della Spagna, passando dal 2,43% del Ftse Mib di Milano e il -1,22% del Dax di Francoforte. Anche lEuro ha risentito delle nuove notizie sulla Spagna e ha perso chiudendo a 1,3147 dollari contro gli 1,3264 di martedì.
Quello a Madrid, è un nuovo colpo dopo quelli, ben più pesanti, assestati alla stessa Grecia, i cui titoli di debito pubblico sono stati definiti spazzatura, e al Portogallo. Tanto che ieri le agenzie di rating sono state bersagliate da critiche, anche queste pesanti e ufficiali, da parte delle istituzioni internazionali. La commissione europea ha detto di aspettarsi che le agenzie agiscano in maniera «responsabile e rigorosa» nel valutare gli sforzi di Atene. Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet ha detto che il programma di risanamento dovrà essere «coraggioso e convincente e mi aspetto - ha sottolineato - che gli osservatori ne tengano conto, incluse le agenzie di rating». Il direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha spiegato che non bisogna «credere troppo» a quello che dicono le agenzie di rating.
Ieri tra le Borse, lunica eccezione era il più 0,94% di Atene, dove gli investitori, più che al rating di Madrid, erano interessati a quello che stava succedendo a Berlino.
A spingere per una soluzione dellemergenza greca sono stati in particolare la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale. Il direttore generale del Fmi Strauss-Kahn e il presidente della Bce Trichet, sono stati a Berlino per mettere a punto il piano di aiuti. E anche per spingere il governo tedesco a prendere una decisione in tempi brevi, senza tenere conto delle scadenze elettorali locali che stanno condizionando la maggioranza cristiano-liberale. La cancelliera Angela Merkel ha di fatto aderito alle tesi di chi non vuole fare fallire il paese ellenico: «Non possiamo permettere che la Grecia diventi una nuova Lehman». Il capo del governo del Paese più restio a concedere gli aiuti ha precisato che Atene dovrà accettar un piano duro, ma ha ammesso che i tempi per laccordo tra Ue, Fmi e Bce devono essere accelerati.
Il ministro tedesco delle Finanze Wolfang Shaeuble ha spiegato che venerdì i gruppi parlamentari discuteranno la bozza di legge e lunedì il provvedimento con gli aiuti tedeschi (8,4 miliardi sui 30 dellarea euro) dovrebbe essere pronto per lapprovazione. Manca un accordo definitivo con la Grecia su alcuni dettagli. E i negoziati di ieri hanno affrontato anche temi delicati come il taglio ai salari. Il ministro greco del Lavoro ha escluso una ulteriore riduzione, ma in serata il premier Georges Papandreou ha detto che «siamo pronti ai cambiamenti necessari. Laccordo con lUe e il Fmi ci aiuterà a procedere sulla strada delle riforme», senza precisare se limpegno riguarda anche stipendi e pensioni. Nel 2010, «il deficit verrà tagliato del 4%».
La Grecia non si può permettere incertezze né ritardi. E le istituzioni internazionali intendono fermare la speculazione. Per questo il pacchetto di aiuti ad Atene, supererà i 100 miliardi. Il ministro dellEconomia tedesco, Rainer Bruederle ha stimato che, in tutto, saranno 135 miliardi nel triennio 2010-2012 (120 secondo altre fonti). Anche lItalia intende fare la sua parte.
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