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Berlino versa 10 miliardi e Commerzbank diventa banca pubblica

Passa allo Stato il 25% del gruppo impegnato nel salvataggio di Dresdner e azionista di Mediobanca

La Germania versa dieci miliardi di denaro pubblico nei forzieri di Commerzbank, il secondo gruppo bancario del Paese che a settembre si è impegnato nel faticoso salvataggio di Dresdner. Una nazionalizzazione, seppur parziale, che consegna ad Angela Merkel un quarto del capitale di Commerz (25%): per Berlino è la prima operazione di questa portata da quando a metà novembre ha approvato il fondo d’emergenza da 500 miliardi. Il «caso» Commerz è però solo l’ultimo esempio della vasta azione di soccorso ordita dai governi europei per puntellare i palazzi del credito resi pericolanti dalla crisi finanziaria innescata nell’estate del 2007 dai mutui ad alto rischio americani.

A ottobre era stata l’Inghilterra a nazionalizzare in un solo giorno otto banche (Abbey, Barclays, Hbos, Hsbc, Lloyds TSB, Nationwide Building Society, Royal Bank of Scotland e Standard Chartered) e la stessa Wall Street ha già visto soccombere gruppi apparentemente inviolabili come Aig o Lehman Brothers, finita il fallimento. L’operazione Commerz prevede anche l’emissione 295 milioni di nuove azioni ordinarie al prezzo di 6 euro l’una, per un totale di 1,77 miliardi. Una cura choc che ha provocato la brusca reazione della Borsa di Francoforte, dove il titolo è crollato del 21,3% per poi chiudere in rosso del 13,8 per cento. L’iniezione di denaro permetterà a Commerzbank, che alla fine del 2008 era stata la prima banca commerciale tedesca a essere soccorsa dallo Stato (circa 15 miliardi in garanzie pubbliche e 8,2 miliardi in contanti), di completare l’acquisto di Dresdner. Un matrimonio da 5,1 miliardi che ha ripercussioni in Italia sia su Mediobanca (di cui Commerz è socio sindacato) sia su Generali.

Per effetto della fusione il Leone dovrà infatti rivedere la strategia in Germania: a oggi Trieste è legata a Commerz sia dal punto di vista azionario sia industriale ma dovrà cedere il passo alla rivale Allianz, destinata a diventare il nuovo socio forte dell’aggregato. Per Generali significa rinunciare a un accordo di bancassurance che produce circa il 4-5% della nuova produzione in Germania ma che è destinato a non essere rinnovato dopo il 2010. Da qui le trattative avviate da Trieste con i tedeschi per ottenere una «compensazione» in premi nell’ordine dei 500 milioni, magari nell’Est Europa.

Una «buonauscita» in cambio della quale Commerz eviterebbe di affrontare la già complessa fusione con Dresdner facendo convivere fino al 2010 due alleati nella bancassurance: Generali e Allianz. In ogni caso il Leone considera ormai il priprio legame azionario in un’ottica puramente finanziaria.

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