Roma - «L’inverno è arrivato». Silvio Berlusconi anticipa la stagione, forte magari dei recenti dati meteo. E non si cura dell’autunno. Politico, stavolta, anche se «caldo». «Io sono sereno e assolutamente indifferente a qualsiasi aumento di temperatura», assicura il premier. Convinto com’è che il «governo deve fare quello che c’è da fare». Certo, il dialogo con l’opposizione è sempre da ricercare. Ma al di là degli auspici, «è molto difficile, se non impossibile, avere relazioni decenti» con chi vuole solo uno «scontro frontale». D’altronde, si chiede il Cavaliere, come si fa a confrontarsi con chi - vedi Walter Veltroni - «mi accusa di essere arrogante?».
Con queste premesse, c’è poco da fare. Anche sul fronte legge elettorale. Anche sulla riforma del sistema di voto per le prossime Europee. Anche se il capo dello Stato ribadisce la necessità di ottenere il più ampio consenso in Parlamento, salvaguardando tra l’altro il pluralismo. «Noi siamo sempre attenti alle suggestioni del presidente della Repubblica - sottolinea il Cavaliere - ma saremmo più lieti di avere di fronte un’opposizione che, con una crisi finanziaria difficile come questa, lasciasse da parte la lotta politica in contrasto con noi». Invece, «sfortunatamente, non è così».
E così, la maggioranza va avanti da sola. Con due punti fermi: no alle preferenze, sbarramento al 5%. Il premier riassume così la linea: «In Europa vada gente altamente qualificata e, in tutte le 23 commissioni, ci siano professionisti di ciascuna materia. Solo scegliendo chi va in lista, saremo sicuri di avere una rappresentanza capace di difendere gli interessi italiani».
Con le preferenze, invece, «sarebbe eletto chi è più capace a farsi promozione e si tornerebbe al finanziamento, che è esattamente il contrario di quanto chiedono gli italiani, che vogliono una politica limpida, pulita e trasparente». Insomma, «torneremmo alla stagione precedente».
Con la riforma elettorale, invece, «i partiti presenteranno le liste, i cittadini avranno modo di scegliere tra una lista e l’altra». Su queste basi, all’interno del centrodestra, «spero non ci sia nessuna retromarcia», aggiunge il Cavaliere, che non vede «divisioni». Ma in ogni caso, prosegue, «se alla fine non sarà possibile, non ci strapperemo i capelli».
Ma non solo legge elettorale nell’incontro con i giornalisti, a margine della visita al centro operativo nazionale della Protezione civile.
Nel menù, è inevitabile, finiscono pure le polemiche sul decreto Gelmini. «La vicenda della scuola ha portato a qualche perdita di consenso nei confronti del ministro e del governo - riferisce Berlusconi, puntando l’attenzione sull’ultima rilevazione Euromedia, anticipata ieri dal Giornale - dovuta a una vasta azione di disinformazione». «Si è mentito e si continua a mentire spudoratamente sul decreto - sottolinea - con tutte le modifiche che invece sono sacrosante, dovute al buon senso». Tra l’altro, osserva, «la cosa che potrebbe anche indignare è che si usino inconsapevoli ragazzi, raccontando loro delle frottole per metterli in strada e fare massa, e utilizzarli semplicemente per fare lotta politica». In ogni caso, assicura, «sono sereno, perché si può mentire per un po’, non per sempre».
Sul fronte economico, inoltre, Berlusconi fa intendere che la crisi finanziaria internazionale potrebbe spingere il governo ad apportare alcune modifiche alla Finanziaria. Infatti, spiega, «la crisi ha avuto delle conseguenze non prevedibili per alcuni settori, per i quali necessita un approfondimento, magari con adeguamenti alla nostra legge».
E poi, in vista dei prossimi appuntamenti internazionali, il premier si sofferma sugli interventi a favore delle piccole e medie imprese. «Proporremo che il montante prestiti delle banche non sia diminuito - riferisce -. E qualcuno, addirittura, suggerisce un incremento del monte prestiti delle banche, soprattutto per le pmi».
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