Roma - "Andremo certamente da Napolitano,
dobbiamo concordarlo tra i leader del blocco liberale. Ma credo
che andremo dal Capo dello Stato per fargli presente la
situazione e confidando nella sua attenzione". Silvio Berlusconi, tornao all'attacco sul caso Visco e sulla rimozione del generale Speciale, decisa ieri dal governo per tamponare il rischio crisi creato dal caso Unipol - viceministro - comandante della Finanza. Non solo il leader della Cdl aggiunge che lui del Presidente si fida, si può fidare... "sono convinto di sì". Tuti leader della casa della Libertà al Quirinale, insomma, dopo la nota congiunta di ieri, secca condanna dell'operato di Prodi e denuncia di una "emergenza istituzionale". E' lui, il Cavaliere, la star politica alla parata del 2 giugno ai Fori imperiali. Gli altri, governo e Unione sono in difesa, costretti a incassare un prezzo politico pesantissimo.
Prodi: emergenza democratica? un'invenzione "Non c'é nessuna accusa pesante:
c'é solo propaganda elettorale e politica", replica stizzito il presidente del Consiglio Romano Prodi al termine
della Rivista militare, scegliendo ancora una volta la tattica del "muro di gomma" tanto cara ai vecchi democristiani. E sottolinea: "E' una invenzione, non c'é nessuna
emergenza democratica".
Lungo il percorso per Prodi si sono levati alcuni applausi.
"Tieni duro" gli hanno gridato dalle tribune. Ma è partito
anche qualche fischio e qualcuno ha urlato "Vai a casa".
Berlusconi: il premier come al solito fa finta di nulla
"Il signor Prodi fa finta di nulla,
come sempre, e usa battute che hanno del comico su situazioni
che sono invece molto gravi" è la risposta altrettanto dura dell'ex presidente del Consiglio alle affermazioni diieri e di oggi fatte da Prodi.
"Bagno di folla? E' un messaggio al governo"
Berlusconi, dopo la vittoria alle amministrative e con il governo messo nell'angolo dal caso Visco, alla parta del 2 Giugno si concede un ballo di folla e capisce subito l'umore della gente. Mentre percorre il breve tragitto da palazzo
Grazioli alla tribuna d'onore, applausi e grida di incitamento
superano di gran lunga alcuni fischi.
Così, finita la parata, il Cavaliere ripete la
tradizionale passeggiata fino a casa, trasformandola in una
prova di forza con la maggioranza.
Ed è subito ressa: giornalisti, fotoreporter, televisioni ma soprattutto la gente comune che chiede autografi, gli stringe la mano, lo incita ad andare avanti. La passeggiata, poche
centinaia di metri, diventa così un bagno di folla continuo,
con i cordoni di sicurezza formati da decine di poliziotti e
carabinieri che a stento trattengono la folla.
"Silvio, silvio... c'è un solo presidente" Ci sono anche i cori da stadio, con il tradizionale "c'é
solo un presidente" scandito all'indirizzo del Cavaliere, non
si sa se a sfondo calcistico o politico. I fischi, , sono sommersi dagli applausi.
I fedelissimi del leader dell'opposizione, lo attendono
direttamente sotto Palazzo Grazioli. Qui, davanti all'ingresso c'è chi dice: "Sei il padre di tutti noi!".
Lui sorride, saluta e ringrazia. Questo clima non è una novità, per me, spiega poi: "Da qualche tempo, ovunque vada
l'atteggiamento è questo. Evidentemente vedono in me la possibilità di
cambiare questo governo e questa maggioranza e si rivolgono a me
con le frasi che avete sentito".
Napolitano: la mia porta è sempre aperta "Non ho mai rifiutato udienza a
nessuno, a chiunque me l'ha chiesta", ha detto il presidente
della Repubblica.
Sulle polemiche nate attorno al caso Visco - Speciale,
Napolitano ha detto: "C'é uno scontro politico, mi pare
chiaro, sulle decisioni prese ieri dal Consiglio dei ministri.
Si tratta di posizioni ovviamente legittime. Tutte le posizioni
politiche lo sono, anche le più critiche hanno la loro
legittimità. Senza dubbio si confronteranno nelle sedi
appropriate. Naturalmente si tratta di decisioni prese dal
governo nella sfera delle sue esclusive competenze e
attribuzioni. Pretendere di tirare in ballo il presidente della
Repubblica in materie che non corrispondono ai suoi poteri
costituzionali, è improprio. Io, naturalmente, ascolto tutti.
Sono aperto - ha concluso il capo dello Stato - a qualsiasi
riflessione sullo stato delle istituzioni e sul futuro del
paese. Su questo ho cercato di dire qualcosa nel mio messaggio
di ieri".
Nuovo strappo dell'Udc. Cesa: non ci associamo alla richiesta "Non ci associamo a quanti pensano di
salire al Quirinale per coinvolgere il Capo dello Stato. La
situazione è chiara e le forze politiche hanno l'obbligo di
sviluppare la loro azione in Parlamento". Lo afferma il
segretario dell'Udc Lorenzo Cesa dopo l'annuncio del leader
azzurro Silvio Berlusconi di salire al Quirinale.
"La rimozione del generale Speciale - spiega - è
assolutamente inaccettabile perché priva di ogni motivazione.
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