Milano - "L'opposizione è ormai sprofondata dal comunismo allo sfascismo, immersa nelle tenebre dell'invidia e dell'odio sociale. Ora faremo fronte all'esigenze di governo basandoci solo sulle nostre forze". Silvio Berlusconi parlando alla festa del Pdl, e ricordando come, secondo i sondaggi, di avere una popolarità pari al 68,1%".
"I cambiamenti non si possono fare con i disegni di legge ma con la decretazione. Il decreto è l'unico metodo che abbiamo per governare". Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla festa del Pdl. "Ridicolo - aggiunge - parlare di regime o di dittatura perché c'é sempre il capo dello stato che firma certificando la necessità e l'urgenza che c'é quasi sempre".
Silvio Berlusconi rilancia l'appello ai presidenti delle Camere perché si cambino i regolamenti parlamentari, tornando a lamentare la scarsa efficienza del Parlamento. Chiudendo la festa del Pdl cita l'esempio del ddl Carfagna contro la prostituzione. "Io avrei voluto un decreto legge perché se questo problema non è un urgenza ditemi voi qual'é. Oggi ho telefonato al ministro Carfagna per chiederle cosa fosse successo al provvedimento. Lei mi ha risposto che il disegno di legge non è stato ancora assegnato alla Commissione dopo più di un mese dalla sua presentazione. E' chiara la necessità di riformare i regolamenti e rivolgo un invito forte ai presidenti delle Camere in questo senso in modo che questo nostro Parlamento sia uno strumento di governo efficiente del nostro paese".
"Io, campione dei perseguitati" "Siete di fronte al campione universale dei perseguitati dalla giustizia". Silvio Berlusconi, nel suo lunghissimo intervento alla festa del Pdl, attacca i giudici senza però fare alcun cenno alla vicenda Mills. Dopo aver elencato i meriti della riforma proposta dal Guardasigilli Angelino Alfano, a partire dalla divisione delle carriere, Berlusconi ha ribadito che in Italia ci sono "alcuni pm che esercitano il loro ruolo seguendo principi di lotta politica".
Schifani, Veltroni e il dialogo avvelenato Renato Schifani registra un "avvelenamento dei rapporti politici", con "toni eccessivamente accesi" anche in seguito ad alcune dichiarazioni del leader del Pd Walter Veltroni. "Ero molto contento - spiega il presidente del Senato intervistato a 'Domenica in' - per come era iniziata la legislatura. Avevo riconosciuto e continuo a riconoscere a Veltroni un grande merito: quello di aver iniziato un periodo di reciproca legittimazione, avviato con l'incontro tra lui e il presidente del Consiglio nel confronto sulla legge elettorale. Con quell'incontro si era data una svolta. Finalmente - spiega - le due parti contrapposte si erano riconosciute e si erano legittimate".
"Poi - prosegue Schifani - vi è stato un avvelenamento dei rapporti politici. In questo avvelenamento registro le dichiarazioni di Veltroni che fanno parte, sì, dello scontro ideologico-politico, ma che vanno osservate. Io ho detto in un recente incontro in una scuola che la nostra è una democrazia sana, quindi non vedo affatto pericolo di autoritarismo; se mai intravedo dei toni eccessivamente accesi. Mi auguro invece si torni al clima di confronto precedente. Lavoro quotidianamente affinché si parli dei problemi del Paese, coniugando le reciproche posizioni".
"Continuo a credere che il dialogo tra Berlusconi e Veltroni si possa riannodare". lo ha detto il presidente del Senato a 'Domenica in'. "Registro - sostiene - il pericolo di un avvelenamento del clima politico italiano. Riconosco a Veltroni di aver iniziato il periodo della legittimazione politica reciproca dopo aver incontrato Berlusconi; ma poi una serie di dichiarazioni che fanno parte della dialettica politica hanno come avvelenato la situazione. Io non vedo il pericolo di autoritarismi, ma sento toni eccessivi. Mi auguro che torni il confronto, e a Veltroni riconosco di aver avuto il coraggio a suo tempo di instaurare un nuovo clima".
"L'ufficio Stampa del Senato, a proposito di alcuni lanci di agenzia, e al fine di evitare fraintendimenti di qualsiasi genere, precisa che il presidente del Senato non ha addebitato al leader del Pd l'esclusiva responsabilità dell'avvelenamento del clima politico auspicando invece fortemente una ripresa del confronto".
"Nel corso di una telefonata con il leader del Pd, Walter Veltroni, il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ribadito la sua totale assenza di volontà polemica nei suoi confronti, ricordandogli, tra l'altro, di avergli sempre riconosciuto di aver avviato per primo il processo di semplificazione della politica del paese con la nascita del Partito Democratico". E' quanto si legge ancora in una nota dell'ufficio Stampa del Senato. "Il pensiero espresso oggi dal presidente del Senato - prosegue la nota - ha riguardato una valutazione generale e complessiva sull'andamento del clima politico. Il presidente Schifani ha poi auspicato il ritorno a quel dialogo costruttivo tra le parti che aveva avuto inizio ancor prima dell'avvio della legislatura, con la reciproca legittimazione dei leader delle due coalizioni, ribadendo che continuerà a lavorare per raggiungere questo obiettivo".
Il Pd: incidente chiuso.
"La telefonata fatta dal presidente del Senato, Renato Schifani, al segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, e la nota ufficiale del Senato che ne è seguita chiudono per il Pd lo spiacevole incidente". Lo afferma l'ufficio stampa del Partito democratico in una sua nota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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